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L’uso strumentale del Protocollo di Kyoto: ovvero l’eolico all’italiana


            prendano anche le “esternalità”, ossia tutto ciò che la realizzazione com-
            porta a livello ambientale e sociale nel territorio in cui va ad inserirsi.  FOCUS
               Non vogliamo entrare nel merito della opinabile bellezza/bruttezza
            delle torri eoliche che rischia di ridursi ad una sterile e interminabile po-
            lemica, ma intendiamo proporre valutazioni sulla validità, o meno, di
            questa scelta e su eventuali alternative. Che poi debba esistere un ri-
            spetto di fondo per il paesaggio, sancito peraltro dalla Costituzione, è
            palese, e riguarda anche molte altre realtà. In merito a ciò è in itinere un
            disegno di legge su proposta della senatrice De Petris per la tutela del
            “paesaggio rurale”, dove, tra l’altro, viene esclusa l’installazione di im-
            pianti eolici di potenza superiore ai 50KW (quindi consentito solo il
            minieolico) nei paesaggi rurali di riconosciuta valenza.
               Ma cerchiamo di vedere più organicamente la tematica.


            Il consumo del territorio
               La dinamica delle aree artificiali italiane è divergente rispetto
            all’Europa, ossia è in forte crescita il “consumo” di nuovo territorio; la
            media europea è attestata al +6%, mentre l’Italia si pone al +9%, e la
            Toscana addirittura al +10%. Se ciò in parte è imputabile agli enormi
            ritardi italiani nelle infrastrutture, tuttavia non deve sfuggire che dal
            1990 al 2003 la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) si è ridotta di oltre
            il 20% con un trend in crescita, facendo gridare lo scrittore Andrea
            Zanzotto contro “lo sterminio dei campi”, conseguente ad una cementifi-
            cazione selvaggia del territorio rurale.
               Gli studi di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) o di VIA
            (Valutazione di Impatto Ambientale), applicati con maggior rigore e più
            attenti ad eventuali alternative, potrebbero ridurre sensibilmente il con-
            sumo di nuovo territorio o reimpiegare aree dismesse. Non a caso la UE
            ha di recente censurato il governo italiano per una maggiore osservanza
            di queste procedure, spesso eluse o ritenute superflue per molti impian-
            ti, e da parte del Consiglio dei Ministri sono in corso delle modifiche al
            “Codice Ambientale” per una loro più estesa e rigorosa applicazione,        8
            adeguata alle richieste europee. Questo è il senso della dichiarazione di   n.
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            illegittimità da parte del TAR Toscana sull’impianto eolico di Scansano     III
            in cui era stato totalmente scavalcato il procedimento di VIA.
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