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L’uso strumentale del Protocollo di Kyoto: ovvero l’eolico all’italiana


               ro “a fondo perso”, promettendo altrettanti fondi DOCUP. In pratica una
         FOCUS parte dei costi di costruzione degli impianti è coperta da denaro pubbli-
               co, poi si tratta di aspettare un po’ di vento per ricevere una pioggia di
               euro! Ma il finanziatore è solo il consumatore-contribuente, senza tangi-
               bili benefici sulla produzione elettrica, né sulle tariffe della bolletta.
               Persino le comunità locali dei siti di impianti eolici non fruiscono di
               sconti sull’elettricità, salvo rarissime Amministrazioni “illuminate”.
                  Solo le casse comunali ottengono le briciole di una gran mole di de-
               naro, sotto forma di royalties annuali, ed in genere ciò fa loro ignorare e
               tacitare tutti i pesanti impatti ambientali e criticità per la popolazione.


               Tiriamo le somme
                  Dalle bollette pagate dall’utenza, e dai finanziamenti a fondo perdu-
               to di Regioni e UE, si finanziano impianti eolici – implicanti centrali
               tradizionali “attive” – produttori di scarsa elettricità, inadeguata alle di-
               namiche dei consumi, superpagata a multinazionali dai fatturati rigo-
               gliosi, senza tornaconto per l’utenza, né risarcimenti per le comunità
               interessate da un consumo sproporzionato di nuovo territorio pregiato,
               vittime del rumore, di forti impatti ambientali, paesaggistici, turistico-
               economici e storico-culturali. In tutto ciò il Protocollo di Kyoto è com-
               pletamente estraneo.
                  Nella quasi totale assenza di Piani Energetici, sia provinciali che re-
               gionali, è impedita la valutazione tra una effettiva esigenza locale o ad-
               dirittura una sovrapproduzione (come in Calabria). Ma esistono casi
               più eclatanti come la provincia di Grosseto, con il 100% di elettricità
               prodotta da fonti rinnovabili ed un surplus del 15% rispetto al fabbiso-
               gno, dove non è chiaro a quale “protocollo” corrisponda la costruzione
               di impianti eolici superflui e improduttivi; non certo a quello di Kyoto!





               Bibliografia



          Anno
               CESI (2002) – Atlante eolico dell’Italia, Università degli studi di Genova
          III
               (Dipartimento di Fisica), novembre.
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