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Il ruolo della globalizzazione sui cambiamenti climatici
ne di “neutralizzare” le loro costose abitudini attraverso il rimboschi-
mento. E la stessa conferenza del G8 in Inghilterra, nel 2005, aveva FOCUS
preteso di garantire la propria “neutralità ambientale” con questo siste-
ma, senza tener conto del fatto che gli alberi possono essere considerati
delle spugne di anidride carbonica solo finché sono vivi, ma che la loro
degradazione determina un consumo di ossigeno molte volte superiore
a quello che si credeva ancora pochi anni fa.
La trasformazione della questione ambientale in uno status symbol,
in un parametro di sensibilità e raffinatezza, cioè un oggetto di consu-
mo, distorce insomma tutto il rapporto, che è assai complesso e merita
di essere studiato, tra politiche di sviluppo e riscaldamento planetario.
In un secolo, quello appena iniziato, in cui viene teorizzata la preferibi-
lità di lasciare agli aiuti privati allo sviluppo il compito di lottare contro
gli squilibri fra Paesi ricchi e Paesi poveri, la moda di presentare alcune
iniziative come particolarmente “corrette” ai fini della difesa del piane-
ta finiscono per far torto all’impegno di chi invece si pone con serietà –
come fanno gli scienziati dell’Intergovernmental Panel on Climatic
Change – la questione di preservarne l’abitabilità.
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