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Il ruolo della globalizzazione sui cambiamenti climatici


               firmatario, ha aumentato le proprie emissioni dell’11%. L’Unione euro-
         FOCUS pea è l’unica regione del pianeta in cui i quantitativi di CO 2 scaricati nel-
               l’atmosfera sono diminuiti, ma soltanto del 2,9%.
                  Non per questo, però, i Paesi occidentali hanno smesso di fare la le-
               zione al resto del mondo in materia di lotta all’inquinamento. La Cina
               viene sempre più spesso additata come un soggetto che, nella sua ansia
               di crescita, contribuisce pesantemente al degrado ambientale, e
               l’Agenzia Internazionale dell’Energia di Parigi ha recentemente pubbli-
               cato una previsione secondo la quale nel giro di due anni, cioè nel 2009,
               le emissioni totali di anidride carbonica della Cina supereranno quelle
               degli Stati Uniti. Nessuno sembra ricordarsi in queste occasioni del fatto
               che la Cina ha cinque volte la popolazione dell’America. Se si fa il calco-
               lo tenendo presente questo dato, è facile notare che, nel 2003, ciascun
               cinese ha prodotto 3,2 tonnellate di CO 2 : indubbiamente, più dell’India,
               che ha prodotto solo 1,19 tonnellate di CO 2 per testa d’abitante, ma
               molto meno degli americani, che ne hanno prodotti 19,8 tonnellate cia-
               scuno. L’America è insomma il più grande inquinatore, comparabile –
               per testa d’abitante – solo all’Arabia Saudita. I suoi consumi pro capite
               sono più del doppio del consumo di ciascun abitante dell’Inghilterra
               (9,4 tonnellate) e della Germania (9,8), e più del triplo di ogni francese,
               che è quello che produce meno gas serra di qualsiasi abitante del primo
               mondo, soprattutto perché le 58 centrali atomiche installate
               nell’Esagono garantiscono un potente contributo di energia “pulita”.
                  L’insensibilità mostrata da Bush rispetto a Paesi come la Cina e
               l’India, il cui reddito pro capite si colloca verso il centesimo posto al
               mondo, appare ancora più grave se si tiene conto del fatto che la globa-
               lizzazione ha, in questo come altri campi, totalmente rimescolato le car-
               te, e enormemente ampliato le diseguaglianze ed iniquità tra i popoli. La
               globalizzazione tende infatti a distorcere le apparenze: da qualche anno,
               non ha più molto senso attribuire alla virtù o alle colpe di ciascun paese,
               alla morigeratezza o, viceversa, al consumismo dei suoi abitanti, il livello
               d’inquinamento riscontrabile sul rispettivo territorio. In molti Paesi
               emergenti l’alto livello di inquinamento è infatti determinato da un siste-
               ma industriale orientato alla fabbricazione di beni per l’export, il cui
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               consumatore finale si trova in Occidente. L’inquinamento dovrebbe es-
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