Page 96 - SilvaeAnno03n07-005-005-Sommario-pagg.004.qxp
P. 96
Gli effetti dei grandi terremoti sul pianeta Terra
remoti. I terremoti giganti scatenano spesso dei maremoti. Dei tre ter-
FOCUS remoti citati prima, tutti hanno provocato anche un successivo mare-
moto. Quello di Sumatra è purtroppo tristemente famoso essendo sta-
to, con oltre duecentomila vittime, probabilmente la più grande cata-
strofe naturale dell’epoca moderna. Anche il terremoto del Cile del
1960 ha provocato un maremoto causando più di 200 vittime sparse in
un’area vastissima (Stati Uniti, Hawaii, Giappone e Filippine). Meno
noto è il maremoto successivo al sisma del 1964 in Alaska che pure ha
causato centodieci vittime e provocato danni ad abitazioni e strutture
portuali per trecentodieci milioni di dollari dell’epoca. Oltre all’eccezio-
nale rilascio energetico, i terremoti giganti sono particolarmente effi-
cienti nell’eccitare maremoti principalmente per due ragioni: perché
hanno prevalentemente epicentro in mare e perché le caratteristiche di
rottura delle faglie giganti (che possono essere lunghe anche più di mil-
le km) che generano questo tipo di terremoti sono particolarmente
adatte all’eccitazione di onde in acqua. Quelle di maremoto sono onde
molto particolari. Contrariamente a quanto si pensa, non sono per nul-
la alte. In mare aperto di solito non superano la decina di centimetri e
anche quando arrivano vicino alle coste, dove la loro altezza aumenta
notevolmente a causa della diminuzione della profondità dei fondali, ri-
mangono comunque più basse delle onde giganti che tanto piacciono ai
surfisti e che si infrangono a riva senza alcun danno. Quello che real-
mente differenzia le onde di maremoto dalle normali onde marine è la
lunghezza d’onda e la velocità di propagazione. Le onde marine hanno
lunghezza d’onda di qualche metro o di qualche decina di metri al mas-
simo e si propagano a velocità di pochi chilometri all’ora mentre le on-
de di maremoto hanno lunghezze d’onda di centinaia di chilometri e
possono arrivare ad una velocità di mille chilometri all’ora. Questo si-
gnifica che quando un’onda di maremoto arriva sulla costa possiede
un’energia distruttiva devastante e, soprattutto, dopo essersi infranta,
non torna indietro subito come un’onda normale anche altissima ma
continua ad avanzare per parecchi minuti, assomigliando più ad un im-
menso fiume in piena che ad un’onda marina.
Per quanto devastanti, gli effetti fisici dei maremoti sull’assetto degli
Anno
oceani si esauriscono nel giro di qualche ora. I grandi terremoti però la-
III
-
n.
7
102 SILVÆ