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Alla scoperta della geografia dell’immaginario


               per affrontare gli eventi e riconoscere quanto ci si appresta a visitare.
         FOCUS Più o meno, tutto normale.
                  La questione si complica notevolmente quando ci si propone di
               esplorare un territorio ignoto a tal punto da non esistere. O meglio: di
               esistere soltanto perché descritto, anche nei minimi particolari, nel-
               l’opera di qualche scrittore. È l’entusiasmante avventura del viaggiatore
               letterario che s’inoltra nella pseudogeografia creata da un Grande, co-
               me possono essere Lovecraft, Tolkien e Borges. Un viaggio che si com-
               pie con la fantasia, con l’immaginazione stimolata da narratori che han-
               no un particolare talento per ricreare ex novo un mondo che in realtà
               non esiste, ma che al contempo esiste perché ad esso credono ferma-
               mente i lettori. Una geografia alternativa al reale in cui ambientare so-
               gni e incubi che non hanno diritto di cittadinanza nella nostra ultraba-
               nale quotidianità, tale nonostante si sia assediati, grazie ai mass media
               globali, da ogni possibile dramma personale e collettivo.
                  I gradi di approssimazione al Fantastico e di distanziamento dalla
               Realtà possono essere diversi, a seconda delle varie sensibilità e del va-
               rio modo di intendere questa dualità.
                  Prendiamo Howard Philips Lovecraft: è noto che tutti i suoi raccon-
               ti imperniati su quello che oggi si definisce comunemente “ciclo di
               Cthulhu” (e che lo scrittore preferiva invece riferire ad Arkham, quindi
               imperniare su un preciso luogo geografico) sono ambientati in una
               pseudo Nuova Inghilterra, cioè quel gruppo di piccoli Stati in cui s’in-
               sediarono i primi coloni, i Padri Pellegrini, i puritani scacciati dalla
               Gran Bretagna: Connecticut, Maine, Vermont, Massachusetts, Rhode
               Island, New Hampshire. Qui Lovecraft ha ideato i luoghi dell’orrore
               per eccellenza, primo fra tutti quella visione deformata, quasi attraver-
               so uno specchio scuro, della sua amata Providence, che è appunto
               Arkham, percorsa dal funesto Miskatonic, sede della relativa Università
               dove si studia “scientificamente” la magia nera e nella cui biblioteca si
               conservano innumerevoli “libri proibiti”, il più famoso e pericoloso dei
               quali è il Necronomicon: da L’abitatore del buio a Colui che sussurrava nelle tene-
               bre, tutte le più importanti storie di H.P.L. hanno al loro centro Arkham
               e i docenti del suo eterodosso ateneo.
          Anno
                  Di Arkham, ormai, esistono immagini e piantine, riproduzioni di
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