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Da un’invenzione linguistica l’utile approfondimento per fare attenzione al nostro cibo


            fare di più ed è facile con il compost».
               Insomma quel che serve ai nostri suoli è una sorta di “restauro eco-  FOCUS
            logico”. In questi termini si è espresso un altro relatore del Laboratorio,
            Gehrard Vanda, anche lui statunitense.
               Come abbiamo visto, gli indicatori principali per capire se il terreno
            di cui ci si sta occupando è potenzialmente agricolo o no, sono: la pro-
            fondità, lo stato della parte superficiale, la capacità di contenimento o
            ritenzione dell’acqua. Sono tutti elementi che, se danneggiati, si posso-
            no ricostituire. Si può intervenire sul suolo con il compost e con l’atti-
            vità radicale delle piante, si può lavorare per rendere i suoli in grado di
            mantenere l’umidità, grazie a determinate piante o strutture come pic-
            cole dighe naturali, imparando anche dalle tecnologie tradizionali che
            si sono sviluppate nelle varie zone e che sono sempre molto in sinto-
            nia con le problematiche di un determinato clima e di un determinato
            tipo di terreno.
               Questo perché, come ha ricordato Kostas Bouyouris, il cibo sano
            può essere prodotto solo sui suoli salubri, che vuol dire non solo privi
            di sostanze chimiche ma anche in buona salute di per sé stessi.
            L’esperienza di Bouyouris ha per teatro Creta, ed in particolare una zo-
            na di 13 km di costa che negli ultimi decenni ha totalmente cambiato il
            perno della sua vita economica, passando dall’agricoltura al turismo. Il
            pericolo è che ci si dimentichi dell’importanza del suolo ed allora
            Bouyouris ha creato una associazione che aiuta i produttori a valutare la
            salute dei loro suoli e a lavorare per riportarli alla salubrità. Il suolo, di-
            ce Bouyouris, è “lo stomaco della pianta”. «Se prendiamo una sezione
            trasversale del nostro intestino, vediamo che esso è caratterizzato da
            una serie di filamenti, ed è qui che passa il cibo, da qui vengono elimi-
            nati tutti gli elementi superflui. Le radici fanno la stessa cosa: si protrag-
            gono nel suolo per prelevare i nutrienti: quindi lo stomaco della pianta
            è il suolo». Grazie ai microrganismi che fanno da ponte, le radici for-
            mano un tutt’uno con il suolo e con le radici delle altre piante. Si instau-
            ra una sorta di catena alimentare del suolo in cui, proprio come succede    7
            nella biosfera, i rifiuti di un elemento vivente sono i nutrienti per un al-  n.
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            tro, e in questa catena sono compresi i microrganismi del suolo, le so-     III
            stanze assorbite e quelle rilasciate dalle radici nel terreno, le diverse
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