Page 81 - SilvaeAnno03n07-005-005-Sommario-pagg.004.qxp
P. 81
Da un’invenzione linguistica l’utile approfondimento per fare attenzione al nostro cibo
le similitudini che le legavano a quelle del sud.
Nacquero legami, contatti, progetti, scambi che da allora non hanno FOCUS
smesso di irrobustire quella rete.
L’edizione del 2006 è stata quella dell’approfondimento e del dialo-
go tra le diverse componenti delle Comunità; queste si basano infatti
sulle conoscenze e le abilità di tre gruppi fondamentali: i produttori, la
ricerca, la cucina. È stato quindi il dialogo tra produttori, accademici e
cuochi il filo rosso che ha caratterizzato la seconda edizione di Terra
Madre. La necessità di rafforzare quel dialogo e di rafforzarlo nel senso
della parità, del rispetto dello scambio vero, portò a creare una Rete di
Università per Terra Madre, che ad oggi conta 130 istituti che hanno
firmato un protocollo di intesa con Slow Food e che ha fatto sì che a
Terra Madre 2006 ci fossero oltre 400 docenti, accademici, ricercatori
da oltre 200 università di tutto il mondo. Al loro fianco circa mille cuo-
chi e poi il grande variegato gruppo degli altri settori: contadini, pasto-
ri, nomadi, raccoglitori, pescatori…
Questa è stata l’umanità che si è impegnata in circa 80 seminari, i
“Laboratori della Terra” in cui si sono analizzate decine di tematiche
relative alla produzione del cibo, alla sostenibilità ambientale, ai merca-
ti alimentari, e a tutto quello che in un qualsiasi modo al cibo può esse-
re connesso.
Perché il punto di forza che in questi vent’anni ha consentito a Slow
Food, una associazione nata sotto l’egida più classica dell’enogastrono-
mia, di diventare un movimento internazionale ed un passante multidi-
sciplinare è stato proprio il fatto di accettare fin da subito come una ric-
chezza il fatto che occuparsi di cibo significa occuparsi di una quantità
di cose, significa occuparsi del mondo e di tutti gli esseri che lo abitano.
Significa fare politica.
Ecco perché uno dei seminari più seguiti, a Terra Madre 2006 aveva
un titolo inequivocabile: “La salubrità dei suoli: come si conserva e co-
me si recupera, come si ammala e come si guarisce il primo grande in-
grediente per la qualità dei nostri piatti”. 7
Certo, nel contesto di una pubblicazione come questa, sembra ba- n.
-
nale sottolineare che una eccellente cucina ha bisogno di un eccellente III
terreno, ma questo è uno dei temi in cui il dialogo tra ricercatori, pro-
Anno
SILVÆ 87