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La lunga e non conclusa storia dell’inquinamento in Italia


            rosa denuncia dei traffici e degli smaltimenti illeciti da parte delle orga-
            nizzazioni camorristiche della zona, iniziata da Legambiente nel 1994,   FOCUS
            quando si pubblicò il primo Rapporto Ecomafia (in quell’occasione in-
            sieme all’Eurispes e al Comando generale dell’Arma dei Carabinieri).
            Lo smaltimento è avvenuto in discariche autorizzate ma per rifiuti non
            pericolosi, in cave dismesse non impermeabilizzate (come i cosiddetti
            “laghetti della camorra” del litorale domizio), in terreni destinati al-
            l’agricoltura, in aree demaniali come le sponde dei fiumi, ecc.
               Negli ultimi anni si sta praticando una soluzione alternativa al tom-
            bamento illegale per smaltire illegalmente i rifiuti pericolosi: l’inceneri-
            mento abusivo all’aperto. Soprattutto nell’area che comprende l’Agro
            aversano, in provincia di Caserta, e diversi comuni a nord di Napoli, in
            particolare nel triangolo Qualiano-Giugliano-Villaricca, ribattezzata da
            Legambiente come “la terra dei fuochi”. Questa pratica selvaggia di in-
            cenerire i rifiuti produce rilevantissime quantità di diossine e furani. La
            contaminazione da diossina in questo modo interessa i suoli, la falda
            acquifera, il foraggio per l’alimentazione del bestiame e la frutta e la
            verdura per l’alimentazione umana. È anche per questo che sono anco-
            ra sotto sequestro alcune migliaia di capi di bestiame, che producono
            latte contaminato da diossina. Il danno economico dell’emergenza
            diossina in Campania ammonta ad almeno 1,79 milioni di euro, tra il
            costo per l’incenerimento dei capi abbattuti (circa un milione e 624mila
            euro) ed il valore economico del latte distrutto (45mila euro). Altra tec-
            nica molto di moda negli ultimi tempi è quella di scaricare il contenuto
            di reflui industriali delle autocisterne direttamente nei tombini. In di-
            verse occasioni il contenuto acido scaricato nelle fognature dà luogo al
            fenomeno, molto ricorrente da quelle parti, del cosiddetto “tombino
            fumante”. Insomma un vero e proprio disastro ambientale realizzato
            “scientificamente” dalla camorra dei rifiuti.
               Le indagini giudiziarie sullo smaltimento illegale dei rifiuti in questa
            zona sono innumerevoli. Soprattutto negli ultimi dieci anni l’attenzione
            delle forze dell’ordine specializzate si è concentrata sulle attività di    7
            smaltimento illegale dei rifiuti, senza trascurare però gli impianti auto-  n.
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            rizzati. Per un approfondimento si rimanda al paragrafo sul ciclo dei ri-   III
            fiuti della Campania di tutti i Rapporti sull’Ecomafia e la criminalità
                                                                                        Anno


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