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Si fa ancora poco in Italia per arginare e prevenire i dissesti idrogeologici


            frane saccheggiano anche le casse dello Stato e degli Enti locali, che si
            trovano a spendere somme fantascientifiche per il ritorno alla normali-  FOCUS
            tà dopo l’evento calamitoso. Soldi che producono però pochi migliora-
            menti nella sicurezza del territorio, che si limitano a salvare il salvabile
            una volta che la carica distruttiva dell’evento si è ormai sprigionata. In
            altre parole fondi spesi per rispondere ad un’emergenza immediata ma
            che nulla fanno per scongiurane di future. Somme che lo Stato si po-
            trebbe trovare di nuovo a dover spendere appena inizierà a piovere po-
            co al di sopra della norma.
               Un territorio che appare evidentemente fragile di fronte ad eventi
            metereologici poco al di sopra della norma, dal sud al nord del Paese,
            risparmiando ben poche porzioni d’Italia. Sono infatti ben 5.581 i co-
            muni classificati a rischio di dissesto idrogeologico dal Ministero
            dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane nel 2003, ben il
            70% del totale, di cui 1.700 a rischio frana, 1.285 a rischio di alluvione
            e 2.596 che, per non farsi mancare nulla, sono a rischio sia di frana
            che di alluvione.
               Tutti i comuni della Calabria, dell’Umbria e della Valle d’Aosta
            sono classificati a rischio, nelle Marche lo sono il 99% e in Toscana
            il 98%.
               In alcune regioni la percentuale di comuni interessati dal fenomeno
            apparire ridotta, come in Sardegna e in Puglia, dove sono rispettiva-
            mente appena l’11 e il 19% i comuni a rischio idrogeologico. Una ma-
            gra consolazione dato che nonostante questo la dimensione del rischio
            rimane anche in queste regioni estremamente preoccupante. Anche qui
            infatti le alluvioni e gli allagamenti negli ultimi anni hanno drammatica-
            mente funestato il territorio, con ingenti danni e con la perdita di vite
            umane, come purtroppo le emergenze di Cassano delle Murge in pro-
            vincia di Bari nel 2005 e quella di Villagrande Strisaili in provincia di
            Nuoro hanno dimostrato.
               Oltre a tanti piccoli comuni, anche molte delle grandi metropoli e
            città italiane sono considerate a rischio idrogeologico dalla classifica-   6
            zione del Ministero dell’Ambiente e dell’UPI. Quindi non si tratta          n.
            soltanto di qualche cascina o casa sparsa sottoposta a rischio, bensì       -  II
            anche di interi quartieri con un’alta densità abitativa. Un esempio per
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