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Acqua come fonte di sicurezza alimentare


               Alcune nazioni hanno anche scoperto che si ottengono profitti mag-
         FOCUS giori dal lavoro nell’industria che dall’agricoltura; in breve, che è più fa-
               cile e più remunerativo realizzare profitti dalle esportazioni ed importa-
               re alimenti, che non investire in colture che richiedono enormi quanti-
               tativi d’acqua.
                  Importare derrate alimentari equivale quindi ad importare acqua in
               forma condensata, a volte definita ‘acqua virtuale’. In una ricerca recen-
               te sull’irrigazione e le risorse idriche nel Medio Oriente, la FAO ha sti-
               mato che sarebbero necessari 86,5 km di acqua per far crescere il cibo
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               equivalente all’importazione netta di derrate nella regione durante il
               1994, un quadro che può essere paragonato al flusso annuale del Nilo
               ad Assuan.
                  È ovviamente più conveniente, per paesi che hanno scarse risorse
               idriche, importare alimenti essenziali quali i cereali da aree in cui l’acqua
               abbonda ed utilizzare la scarsa acqua a disposizione per far crescere
               coltivazioni di maggior valore per le esportazioni, quali fiori, fragole ed
               altra frutta. I profitti netti delle esportazioni possono quindi essere uti-
               lizzati per l’acquisto di cereali importati.
                  Le nazioni che affrontano l’insicurezza alimentare ed il rischio di cri-
               si idriche, comunque, hanno bisogno di avere la garanzia di poter soste-
               nere un commercio equo e sicuro con nazioni che hanno abbondanza
               di risorse idriche. L’Organizzazione del Commercio Mondiale dovreb-
               be porre quale priorità il creare condizioni sicure di scambio per il com-
               mercio di generi di prima necessità. Alcuni paesi che non sono autosuf-
               ficienti dal punto di vista alimentare, tuttavia, non sono in grado di
               esportare abbastanza da realizzare un saldo attivo tale negli scambi con
               l’estero da permettere di importare il cibo necessario. In maniera analo-
               ga, un singolo potrebbe non avere la liquidità per acquistare gli alimenti
               per se stesso e per la sua famiglia, anche qualora esistesse reperibilità di
               cibo sul mercato. Questo evidenzia la continua necessità di programmi
               di sviluppo rurale basati sull’agricoltura in aree quali l’Africa sub-saha-
               riana e l’Asia meridionale. Tali programmi devono mirare simultanea-
               mente ad incrementare la produttività, ridurre la povertà ed aumentare
               l’eguaglianza tra i sessi, tre fattori chiave per il miglioramento della sicu-
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               rezza alimentare.
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