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La gestione in Italia delle risorse idriche


            • programma di interventi e piani di gestione dei distretti idrografici
               (entro il 2009),                                                      FOCUS
            • adozione delle politiche tariffarie dell’acqua tali da incentivare l’uso
               efficiente da parte degli utenti e da recuperare, attraverso un contri-
               buto adeguato, i costi dei servizi idrici nei vari settori di impiego,
               compresi quelli ambientali, in relazione ai danni o alle ripercussioni
               negative per l’ambiente (entro il 2010),
            • applicazione sul territorio di tutte le misure predisposte per la prote-
               zione dei corpi idrici (entro il 2012).


               Negli anni passati, l’attuazione della Direttiva in Italia ha subito no-
            tevoli ritardi per una serie di difficoltà organizzative legate alla necessità
            di ridisegnare il sistema gestionale delle risorse idriche dal punto di vi-
            sta legislativo ed operativo. Infatti, dopo un ritardo di quasi due anni e
            mezzo, il D.L. del 3 aprile 2006 (“Norme in materia ambientale”) ha in-
            dividuato i distretti idrografici, mentre una prima relazione sintetica ri-
            guardante la caratterizzazione dei bacini è stata redatta dal Ministero
            dell’Ambiente e Tutela del Territorio soltanto nel giugno del 2006.
               La Direttiva riguarda soprattutto la qualità delle risorse idriche con la
            quale è essenziale integrare altri aspetti quantitativi ed operativi del set-
            tore. Il processo di transizione delle politiche gestionali nel settore idrico
            verso una politica integrata su scala europea ha bisogno delle sinergie
            degli attori principali del sistema istituzionale in maniera di valorizzare le
            competenze e le informazioni già esistenti e di sensibilizzare l’opinione
            pubblica e gli utenti dei servizi. Questo richiede il coinvolgimento di di-
            versi livelli istituzionali e con varie competenze che operano nel settore
            (AdB, ATO, ANPA, ANBI, INEA, ENEA, mondo di ricerca e dell’in-
            formazione, associazioni degli agricoltori e dei consumatori, ecc.).
               La caratterizzazione dei bacini idrografici e le analisi dei sistemi idri-
            ci devono essere effettuate considerando la variabilità climatica, poten-
            ziando la capacità di identificarne tempestivamente i trend, gestendo i
            rischi e adattando i sistemi agli eventi climatici estremi (quali siccità e  6
            alluvioni) in base al principio di prevenire gli interventi piuttosto che   n.
            reagire in condizioni di emergenza.                                         -  II
               Un sistema di indicatori di preallarme delle situazioni critiche, per-
                                                                                        Anno

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