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La gestione in Italia delle risorse idriche


            ne del ventesimo secolo era inferiore più di due volte rispetto alla
            Polonia, più di tre volte rispetto alla Grecia e alla Francia, più di 5 volte  FOCUS
            rispetto all’Austria, e più di sette volte rispetto alla Germania. Ancora
            oggi, nel settore agricolo, i prezzi pagati dagli agricoltori pugliesi sono
            dello stesso ordine di grandezza di prezzi dell’acqua in Turchia o in
            Giordania, dove i costi di produzione agricola sono molto più bassi di
            quelli italiani.
               Infine, è importante anche evidenziare i fattori inquinanti del nostro
            patrimonio idrico. In Italia, secondo stime approssimative prodotte dal
            CNR-IRSA (1999), solo il 20% delle acque di superficie può considerarsi
            non inquinato. Agricoltura, discariche di rifiuti, siti industriali dismessi,
            ecc., sono fattori preoccupanti per lo stato delle falde sotterranee. Da ri-
            cordare che, nonostante i grandi sforzi per promuovere l’agricoltura bio-
            logica, l’Italia resta ancora il paese europeo con il maggior consumo di
            pesticidi e con la maggior concentrazione di metalli tossici nei suoli.


            Politiche di gestione delle risorse idriche
               Le politiche di gestione delle risorse idriche in Italia stanno attraver-
            sando una importante transizione per adeguarsi alla Direttiva
            2000/60/CE che nel 2000 è stata adottata dal Parlamento Europeo e
            dal Consiglio dell’U.E. a conclusione di un’attività venticinquennale. La
            Direttiva stabilisce i punti cardine secondo i quali va sviluppata una po-
            litica integrata comunitaria in materia di acque. Gli obiettivi di detta po-
            litica consistono in:
            • salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente idrico;
            • utilizzazione razionale e sostenibile delle risorse idriche fondata sulla
               loro protezione a lungo termine;
            • principi di precauzione ed azione preventiva;
            • principio della correzione - anzitutto alla fonte - dei danni causati al-
               l’ambiente;
            • applicazione del principio “chi inquina paga”;
            • assicurare un approvvigionamento adeguato di acqua di buona qualità.      6
               La Direttiva definisce il “distretto idrografico” (area di terra e di ma-  n.
            re, costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi) come la principale  -  II
            unità per la gestione delle risorse idriche; detta unità comprende sia le ri-
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