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La gestione in Italia delle risorse idriche
fonti superficiali mentre la restante parte (ca. 12,1 Mld m /anno) pro-
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FOCUS viene dalle risorse sotterranee. Il consumo idrico varia moltisssimo da
una regione ad altra: nel Nord-Est del paese è di ca. 1.975 m /anno/ca-
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pite (è uno dei più alti nel mondo) mentre in Puglia è più di sette volte
inferiore (ca. 270 m /anno/capite). In alcune regioni del Sud, la scarsità
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delle risorse viene affrontata ed attenuata con il trasferimento da altre
regioni. Un modello esemplare è rappresentato dall’Accordo di
Programma tra Puglia, Basilicata e Stato che permette alla regione
Puglia di ricevere più del 50% della domanda idrica del settore potabile
dagli schemi lucani e da alcune sorgenti della Campania.
In Italia, mediamente, il 60% del prelievo è attribuibile al settore
agricolo, il 16% all’uso civile mentre il restante 24% è destinato al setto-
re industriale (inclusa anche la produzione di energia elettrica). Negli
anni particolarmente sfavorevoli, il consumo del settore agricolo subi-
sce notevoli riduzioni a favore degli altri settori, con conseguenze rile-
vanti sull’economia, specialmente nelle regioni dell’Italia meridionale in
cui più dei due terzi del valore del settore agricolo proviene da produ-
zioni in irriguo. Il Valore Aggiunto dell’agricoltura meridionale rappre-
senta il 39,8% dell’intero settore primario nazionale ed incide per il
5,6% sul totale dell’economia delle regioni Obiettivo 1. In termini oc-
cupazionali l’agricoltura meridionale rappresenta il 49,3% del totale de-
gli occupanti nel settore agricolo a livello nazionale.
I dati ufficiali sull’efficienza dell’uso delle risorse idriche mettono in
evidenza un grande spreco di risorse. Il prelievo medio nel settore do-
mestico in Italia, di 267 l/giorno/capite, è il più alto in Europa (rispetto
a 156 della Francia e 162 dell’Austria), e alcune città (come Milano e
Bari) mostrano consumi tra 500 e 600 l/giorno/capite che si pongono
tra i più elevati registrati in Europa. Per quanto riguarda il settore indu-
striale si registrano i più elevati indici di consumo idrico per l’unità di
prodotto della UE, e lo stesso vale anche per l’agricoltura dove il rap-
porto prelievo-resa per ettaro irrigato è due volte superiore alla media
europea (EEA, 2001).
Una parte dell’inefficienza del settore idrico sicuramente si spiega
con le tariffe per i servizi idrici, tra le più basse in Europa. Un rapporto
Anno
dell’OECD (1999) indica che il prezzo d’acqua potabile in Italia alla fi-
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