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La lezione di Aldo Leopold e le prospettive in Italia dell’etica ambientale
Parlare infatti di tesi antropogenica del valore significa riconoscere
che solo l’uomo ha la capacità di un giudizio valutativo in senso pieno,
non vuol dire però in alcun modo attribuire solo a lui dignità e conside-
rabilità morale: «Il baricentro dell’etica - e della bioetica - sembra, dun-
que, un discorso dell’ uomo, non necessariamente sull’ uomo». 53
Di questo modo di intendere in maniera ampia l’etica ambientale, il
libro Alle origini dell’etica ambientale è un modello molto significativo. In
esso, infatti, Luisella Battaglia fa dell’etica ambientale una nuova lente
per reinterpretare snodi decisivi della nostra storia culturale, e fa di al-
cuni grandi pensatori gli interlocutori privilegiati per non confinare il
dibattito in un finto e asfittico specialismo di bioeticisti e ambientalisti.
Per esplorare «le possibilità e le condizioni di un umanesimo ecolo-
gico», la pensatrice elegge a guide le figure di Voltaire (il filosofo del li-
mite e dell’umana fragilità), di Michelet (il pensatore inquieto della fra-
ternità cosmica), di Thoreau (lo sperimentatore del rinverdimento della
libertà nei boschi), di Gandhi (la guida verso una relazione non violenta
tra i viventi).
Molte etiche ambientali non sono state altro che un nuovo capitolo
del lungo processo all’Illuminismo. Ma un’etica ecologica ragionevole
può e deve essere costruita nel solco della lezione illuministica, richia-
mandosi a Montesquieu più ancora che a Rousseau e naturalmente a
Voltaire.
Per questo, molto opportunamente, la narrazione delle origini del-
l’etica ambientale di Luisella Battaglia inizia con un richiamo proprio a
Voltaire, l’autore che ci fa passare da un’idea di ragione infinita e so-
vraumana a un’idea di ragione finita ed umana. Con lui viene abolito,
come aveva notato Cesare Luporini, il rigido confine naturalistico tra
uomo e animale; essendo il filosofo della tolleranza, precisa la Battaglia,
Voltaire può andare in questa direzione senza equivoci: «È la tolleranza
che consente a Voltaire di cogliere la dialettica simile/diverso e di anda-
re oltre il territorio dell’uomo ma senza cancellare i confini tra i due
mondi. Il tollerante infatti non confonde i confini; è il fanatico che
vuole distruggerli». 54
Iniziando da Voltaire, non si incorre nei rischi, diffusi in molti am-
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bientalismi, del fondamentalismo, dell’integralismo e della regressiva
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