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La lezione di Aldo Leopold e le prospettive in Italia dell’etica ambientale
nenti della tradizione filosofica», non significa forse che è necessario
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anche dedicarsi a un’etica descrittiva della virtù fondata su una psicolo-
gia morale adeguata?
Bartolommei prende partito, poi, per un’etica sensiocentrica. Ma la
teoria della sensibilità cui egli fa riferimento è sufficiente per dar vita ad
un’etica che voglia fondarsi sugli elementi emozionali senza cadere nel
soggettivismo relativistico?
Concludiamo queste annotazioni su Sergio Bartolommei con il ri-
chiamo ad alcuni contributi che hanno ulteriormente esteso la nostra
conoscenza del dibattito anglosassone.
Almeno un rapido cenno merita l’antologia Bioetica ambientale, curata
da Giovanni Russo (direttore della Scuola Superiore di Specializzazione
in Bioetica e Sessuologia di Messina e curatore, tra l’altro,
dell’Enciclopedia di bioetica e sessuologia). Grazie ad essa, il lettore italiano
ha a disposizione la traduzione di diciassette voci tratte dall’Encyclopedia
of Bioethics di Warren T. Reich. Può così essere introdotto alla cono-
scenza dell’etica ambientale, facendosi guidare da alcuni dei protagoni-
sti della fase iniziale di questa disciplina. Può inoltre avere un’idea del-
l’ampiezza dei problemi che sono scritti nell’agenda dell’etica ambien-
tale: riguardo a questi problemi, occorre sottolineare che molti di essi in
Italia non sono stati ancora neanche sfiorati.
Un altro rapido cenno lo merita il testo di Piergiorgio Pagano,
Filosofia ambientale. Pagano (biologo ricercatore dell’ENEA, curatore di
un interessante sito internet che offre una ricca e aggiornata documen-
tazione su tematiche ambientali) fornisce con questo testo una limpida
introduzione alla filosofia dell’ambiente, pensata soprattutto come
uno strumento che dia al lettore le informazioni per costruire la pro-
pria posizione e così compiere, nella vita quotidiana, scelte ponderate
e consapevoli.
Significativi sono, inoltre, due contributi recenti: il primo è quello di
Serenella Iovino; il secondo è quello di Roberto Peverelli. Entrambi,
molto opportunamente, riconoscono l’importanza del lavoro pionieri-
stico svolto, a partire dal 1986, da Bartolommei. Entrambi, però, invita-
no a un confronto più libero e più ampio con la cultura anglosassone.
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L’importanza del libro di Serenella Iovino, Filosofie dell’ambiente, con-
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