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La lezione di Aldo Leopold e le prospettive in Italia dell’etica ambientale
sava all’epoca di Game Management, così egli ricorderà questa esperienza:
Ho vissuto assistendo all’eliminazione dei lupi da parte di uno Stato
dopo l’altro. Ho osservato la faccia di molte montagne da poco senza
lupi e ho visto i pendii rivolti a sud segnati da un intrico di nuovi sen-
tieri tracciati dai cervi; ho visto ogni cespuglio e pianticella commesti-
bili venir brucati fino alla consunzione e alla morte; ho visto che ogni
albero commestibile era privo di foglie fino all’altezza del pomo di una
sella. A guardare queste montagne sembra che qualcuno abbia regalato
a Dio un nuovo paio di cesoie, obbligandolo a passare tutto il suo tem-
po potando. Così le ossa dei tanto desiderati branchi di cervi, morti
perché erano troppi, si sbiancano assieme ai rami secchi della salvia o si
sgretolano sotto i ginepri. 6
Per elaborare una nuova prospettiva gli occorrevano però nuove
esperienze e l’incontro con un sapere nuovo che fosse in grado di for-
nire la cornice concettuale per pensarle coerentemente.
Nel 1935 Leopold contribuisce alla fondazione della Wilderness
Society: comincia così il suo lavoro di revisione concettuale del senso e
del valore della wilderness. Nell’aprile dello stesso anno, nei pressi di
Baraboo in Wisconsin, acquista una fattoria: qui si confronta con pro-
blemi di recupero ambientale e ripercorre, allo stesso tempo, l’esperien-
za di uomini come Thoreau e White che, ritirandosi in zone selvagge,
avevano riannodato un nuovo rapporto con la natura.
Il 1936 è l’anno della svolta ecologista di Leopold. Ad essa contri-
buiscono un viaggio in Germania, per studiare selvicoltura, e due viag-
gi al Rio Gavilan in Chihuahua, nel Messico.
In Germania, gli alberi crescevano allineati in totale assenza di sotto-
bosco e i cervi potevano vivere grazie al cibo che veniva portato loro
dagli uomini: una manipolazione attiva degli ecosistemi sembrava salva-
guardare il funzionamento di essi, permetteva agli uomini di continuare
nella logica della valorizzazione dei beni naturali considerati risorse e
nell’eliminazione dei beni naturali non economici.
Il Rio Gavilan apriva invece a Leopold un altro orizzonte. Qui la
natura si autoregolava, senza intervento umano e senza che il mondo
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naturale si trovasse diviso in mondo dei valori economici da protegge-
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re e mondo dei valori non economici da combattere. Perché l’efficien-
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