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La lezione di Aldo Leopold e le prospettive in Italia dell’etica ambientale
ministratori del patrimonio naturale avevano spontaneamente saputo: i
tempi della natura sono tempi lunghi. Pertanto, «la prospettiva dell’agen-
te forestale» deve guardare all’«uso delle foreste innanzitutto per il mag-
gior bene della generazione attuale, e poi per il maggior bene delle gene-
razioni successive nel lungo futuro della nazione». 4
Leopold, che a partire dal 1915 si era dedicato a tempo pieno alla
protezione della fauna selvatica in relazione agli sport venatori, estende
il programma conservazionistico pinchotiano anche alla gestione della
selvaggina. Nominato nel 1929 presidente nella Conferenza sulla cac-
ciagione in America del Game Policy Institut, nel luglio del 1933 diven-
ta docente presso l’Università del Wisconsin come primo professore
americano di gestione della selvaggina. Sempre nel 1933, esce il suo li-
bro Game Management, testo destinato a diventare l’opera di riferimento
per la professione di Wildlife Manager: la gestione scientifica, impron-
tata a criteri di efficienza e produttività, deve riguardare anche gli ani-
mali, come ad esempio cervi e quaglie, che vanno considerati e gestiti
proprio come in agricoltura si coltivano grano e ortaggi.
In questo modo, come scrive Donald Worster, si chiudeva «un’epoca
di spreco, avidità e sfruttamento indiscriminato delle zone di frontiera»
e si salvavano «le foreste e gli animali selvaggi per le generazioni futu-
re». Ma se tutto questo è vero, non va neanche dimenticato - aggiunge
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Worster - che la crociata per la conservazione delle risorse ambientali
comportava un suo inevitabile rovescio: lo sterminio degli animali fero-
ci significava anche la guerra spietata contro lupi e coyotes.
In effetti, la scoperta dei limiti e degli effetti indesiderati di questo
programma di gestione ambientale è la prima tappa importante nella
maturazione dell’etica della terra di Leopold. Se, sotto l’amministrazio-
ne Roosevelt, la lotta contro gli animali predatori era stata una delle
priorità, ben presto si dovette riconoscere che in questo programma vi
era qualcosa che non andava. La popolazione dei cervi, ad esempio, li-
berata dalla presenza dei lupi, era inizialmente aumentata. Ma la loro
crescita demografica ebbe come conseguenza un forte degrado della 6
vegetazione, per cui la soluzione finale fu una cospicua riduzione della n.
popolazione di cervi. - II
Quando Leopold imparerà a pensare in modo diverso da come pen-
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