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Alla ricerca delle radici mitologiche del Circeo


            Circe è davvero notevole e non esiste alcun altro personaggio
            nell’Odissea così “opposto”, complementare e “rovesciato” rispetto ad
            Ulisse.
               Il mondo di Ulisse e Circe, comunque, non è realizzato unicamente
            sullo spazio e sul tempo.
               Per prima cosa bisogna porre l’accento sul fatto che il tempo e lo
            spazio esistono perché esiste il mondo e che senza il mondo non po-
            trebbero esistere né spazio né tempo.
               Si può anche dire che il tempo e lo spazio sono “cominciati” con il
            mondo e prima del mondo non poteva esserci tempo e oltre il mondo
            non può esserci lo spazio.
               Ma nel mondo di Ulisse e Circe esistono degli atti che non apparten-
            gono al mondo (o ciò che noi, ordinariamente, reputiamo sia il mondo)
            e quindi non ha alcun senso giudicare alcuni avvenimenti, dei due esem-
            plari, con i “criteri” del tempo e dello spazio.
               L’accadimento sacro o magico può fare a meno del tempo e dello
            spazio: il rito può prescindere dallo spazio e dal tempo. Così è allora an-
            che per la natura, “teatro” delle azioni dei nostri due archetipi.
               Le “forze” della natura non risentono più dello spazio e del tempo:
            sono forze magiche, sottili, elementari ed elementali (da elemento). La
            potenza del frutto, dell’albero o del cervo così come la potenza della
            roccia, dell’acqua e del fuoco (ciò che viene considerato inanimato dal-
            l’uomo moderno) prescinde dagli elementi materiali e dalle pulsazioni
            del tempo: l’essenza sottile è la vera essenza, il resto - soprattutto
            l’aspetto materiale - è l’ultima risonanza di tale e fondamentale natura di
            tutti gli aspetti della vita del mondo vegetale, animale e minerale.
               Ma il rito non è mera cerimonia bensì la struttura portante di tutta la
            vita dell’uomo antico e, addirittura, al di fuori del rito non può esserci
            religione né conoscenza magica.
               La religione e il dominio religioso affermano ancora, per certi aspet-
            ti, il buono e il cattivo, ma nell’incontro di Ulisse e Circe e nella loro co-
            noscenza magica non esiste il buono o il cattivo così come il coltello che  5
            “non è vero né falso, ma colui che lo impugna per la lama sbagliata”,       n.
            quindi Ulisse non ha di fronte una Circe “cattiva”, ma semplicemente        -  II
            Circe con ciò che, attraverso la sua natura, esprime.
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