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Alla ricerca delle radici mitologiche del Circeo


               tonia con la luna, è capace dell’atto supremo.
                  «Le nostre donne hanno imparato i modi e le emozioni umane - pie-
               tà, amore, sollecitudine - ma non troppo al di sotto della superficie, as-
               sopita nell’inconscio è celata la vecchia forma primitiva dell’istinto
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               femminile ed anche, forse, a riaffermare il suo potere sulla coscienza in
               qualsiasi situazione veramente critica». 8
                  Così nella situazione critica si afferma la magicità perché in tale situa-
               zione non è sufficiente il proposito buono, ma va affermata la potenza
               efficace dell’azione magica; inoltre Circe non ha bisogno di imitare
               Ulisse per sentirsi viva, ella combatte e cattura Ulisse con i mezzi a lei più
               congeniali, ama e rifocilla Ulisse in una maniera estrema e totale. E qua-
               si stupisce che Ulisse, di fronte ad una tale estrema femminile conoscen-
               za, nell’isola di Circe non si sia definitivamente fermato.
                  Abbiamo detto Circe come la luna ma con ciò non è che si vuole as-
               similarla alla luna: in fondo, che la Maga rappresenti o no la luna poco
               interessa, ma sono inconfutabili gli aspetti ciclici e di mutevolezza e se
               ci siamo serviti del simbolo della luna, vuol dire che abbiamo analizza-
               to gli aspetti che non hanno nulla di nuovo e che non vengono inventa-
               ti da Circe.
                  Inevitabilmente, nell’uno e nell’altro personaggio più o meno divino
               si impersonificano quelle forze che mai sono nuove e mai - dopo l’atto
               primordiale archetipico - sono state più inventate perché al mondo nul-
               la c’è di nuovo e nulla c’è più da inventare.


               Ulisse e Circe, Itaca e l’Isola di Eèa
                  È vero che la comunicazione è una forma d’amore ed è lacerante
               quando non si comunica con colei (o con colui) che hai di fronte e con
               la quale un tempo hai comunicato.
                  L’innamorato comunica con l’innamorata, ma poi passa il tempo ed è
               lacerato di fronte a lei verso la quale non è collegato più da alcun ponte.
                  Ma si illude colui che crede ancora di amarla e pensa che il ponte è
               rotto a causa di lei: infatti non basteranno mille attenzioni da parte di lei
               per confortarlo e dargli il sentore del passato amore. La comunicazione
               è il mezzo dell’amore, ma spesso si pensa di amare, invece si è ancorati
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               al ricordo per qualcosa che più non esiste. Per questo nel linguaggio co-
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