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Alla ricerca delle radici mitologiche del Circeo
Il cammino di Ulisse è sempre arduo e disseminato di pericoli; Ulisse
è qualcosa di più di un tipo umano, egli è simile a Circe, è il solo che può
affrontarla, ambedue sono degli archetipi: gli archetipi fondamentali
della vicenda narrata da Omero.
Chi meglio di Ulisse può rappresentare l’uomo che “cerca” in mez-
zo a continui pericoli e dove ogni pericolo è una prova e ogni prova su-
perata una crescita? Chi può meglio rappresentare l’incantatrice, la se-
duttrice che ammalia e nel contempo distrugge? Chi se non lei, la ma-
ga per eccellenza, Circe?
E gli archetipi sono di una fondamentale importanza nella vita delle
popolazioni arcaiche. Infatti per quest’uomo la realtà è la ripetizione di
un archetipo più o meno divino. Tutti gli atti che egli fa sono stati già
vissuti da un dio, un antenato o un eroe; e la sua vita è un susseguirsi
ininterrotto di gesti ripetuti e che riprendono e ripresentano l’azione
primordiale: solo in questa maniera la vita acquista un senso.
Questa tendenza, ai nostri occhi, può sembrare addirittura para-
dossale perché in fondo vuol dire che l’uomo delle culture arcaiche
“si sente reale” nella misura in cui ripete ed imita e cessa di essere se
stesso.
Ulisse così supera la prova, ma non solo; egli infatti trasforma Circe
da maga terribile ed ammaliatrice in maga benevola ed ospitale:
… di Circe allora
stetti sicuro nelle belle stanze
Odissea L. X (441-442)
ella darà all’eroe preziosi consigli per il viaggio.
La trasformazione di Circe è la trasformazione operata da Ulisse;
trasmuta il veleno in farmaco e riesce persino a riavere i suoi compagni;
ma la Maga è sempre in agguato e la sua dolce ospitalità è anche più pe-
ricolosa, rischia di intorpidire Ulisse e di farlo cadere nell’oblio tanto
che i compagni sono costretti a dirgli: 5
n.
quando Ulisse penseremo al ritorno? - II
o la patria ti è caduta dal cuore?
Anno
SILVÆ 25