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Alla ricerca delle radici mitologiche del Circeo


                  Quindi Circe è una dea e rappresenta l’aspetto tellurico, notturno della
               divinità: ella è la Signora della Grotta e della Caverna, è dea incantatrice
               tramite i suoi filtri esiziali, consiste nell’aspetto più oscuro della divinità.
                  Circe offre agli uomini di Ulisse una squisita ospitalità: vino, miele,
               cacio; questi però, vuotati i calici, vengono battuti con una verga e tra-
               sformati in porci.
                  Incontriamo così un primo tipo umano: l’uomo che cade durante la
               “prova” e che viene trasformato ed abbrutito, l’uomo che viene circui-
               to ed incantato per poi cadere in preda all’oblio.
                  Facendo una riflessione sui punti appena citati ci viene da considera-
               re che un certo indirizzo culturale interpreterebbe la trasformazione de-
               gli avvenimenti storici in mito come determinata, per un verso, dalla co-
               sciente volontà politica delle classi dominanti di amplificare taluni acca-
               dimenti a proprio vantaggio (ad esempio il caso di Ulisse vincitore), per
               l’altro determinata dall’uomo che, di fronte ad ostacoli per lui insor-
               montabili, giustificherebbe la propria impotenza identificando l’ostaco-
               lo con la manifestazione di invincibili forze mitiche. 2
                  Una simile interpretazione del mito è essenzialmente erronea, per-
               ché per prima cosa ignora la struttura fondamentale della mentalità del-
               l’uomo arcaico e in secondo luogo perché è proprio la memoria popo-
               lare che non fa resistere a lungo la storicità di un avvenimento o di un
               personaggio ed anche gli avvenimenti “più storici” si trasformano sot-
               to l’effetto della mitizzazione.
                  L’avvenimento storico non è trattenuto dalla memoria popolare: es-
               sa non trattiene le figure autentiche ed individuali perché non le interes-
               sa l’individuo, ma l’archetipo, non l’avvenimento, ma la categoria.
                  Quindi per rappresentare l’uomo che cade, l’uomo che - incantato -
               dimentica, cosa ci può essere di più efficace se non il mito del filtro di
               Circe e della trasformazione dell’uomo in maiale?


                                avea di porco testa
                                corpo, setole, voce
                                      Odissea L. X (309-310)
          Anno
                  Così il mito si pone al di fuori della storia perché può rappresentare
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