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Il prezioso contributo della chimica analitica


            come il responso finale è dato dall’analisi di laboratorio, qualsiasi ele-
            mento, anche con bassissima probabilità di essere interessante ai fini   FOCUS
            dell’indagine, è da prendere in considerazione e trasmettere al laborato-
            rio chimico. Vale la regola fondamentale che tutto ciò che è estraneo al
            luogo ed ha caratteristiche tali da poter costituire un ordigno o innesco
            dev’essere, indipendentemente dalla probabilità di successo, considera-
            to in via preliminare come oggetto di indagini chimico-analitiche per la
            conferma. Può, in prima istanza, sembrare impossibile la costruzione di
            un ordigno-innesco con elementi come spirali zanzarifughe, candele,
            lenti d’ingrandimento, stoffe di juta, patate, ecc. (Figure 1 e 2). La realtà
            è ben diversa, alcuni degli ordigni studiati più efficaci erano proprio co-
            stituiti da elementi inaspettati. In altri casi la ricerca di indizi sul campo
            risulta più facile specialmente se sono stati utilizzati acceleranti di fiam-
            ma di origine petrolifera.
               Un liquido derivato da petrolio come la benzina, normalmente non
            dovrebbe essere trovato nel bel mezzo di un bosco o di un’intricata
            macchia di vegetazione. I liquidi derivati da petrolio sono commercia-
            lizzati in una varietà di contenitori e facilmente disponibili sul mercato.
            La moltitudine di prodotti è identificabile grazie ad una lunga e metico-
            losa catalogazione in base alla specifica risposta chimico-analitica che
            costituisce la banca dati del laboratorio. La ricerca degli acceleranti di
            origine petrolifera non è l’unico oggetto della ricerca. Ci sono infatti
            molte altre possibilità di innescare un incendio, ad esempio con ossi-
            danti di tipo solido. Questi ultimi sicuramente non sono identificabili in
            campo e solo un corretto campionamento e la successiva analisi chimi-
            ca possono dare una significativa risposta.


            Le armi e le strategie del chimico analitico
               Il chimico analitico deve riuscire a trarre quante più informazioni
            possibili dal materiale che ha ricevuto. Ciò consiste spesso in un sempli-
            ce filo metallico, un residuo di legno carbonizzato oppure del terreno
            raccolto sull’ipotetico sito di innesco. Il chimico deve adoperarsi per     5
            mettere in atto il miglior approccio tecnico possibile per esaminare un     n.
            particolare campione. Metodologie e strumentazione hanno lo scopo di        -  II
            isolare e definire i composti chimici che caratterizzano l’ipotetico inne-
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