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Città contemporanea, ambiente e innovazione urbanistica


               ambientale. Questione nella quale si ritrovano inizialmente soprattutto

         FOCUS  norme disciplinanti una maggiore programmazione e controllo negli
               usi di alcune fondamentali risorse (aria, acqua, suolo). 5
                  L’applicazione della teoria I.N.U. sulla riforma dei Piani urbanistici si
               è così sostenuta con l’irruzione degli obiettivi ambientali tra i contenuti
               di maggior rilievo dei Piani, dando vita ad alcuni esempi di scuola che
                                                                                 6
               oggi testimoniano l’applicazione di una metodologia progettuale che
               sembra risultare produttiva di una considerazione, assolutamente signi-
               ficativa, dell’ambiente disaggregato nei suoi molteplici componenti (na-
               tura, storia, città, morfologia) e ricomposto dall’unitarietà paesaggistica. 7
                  La sperimentazione progettuale con i Piani urbanistici provinciali e
               locali ha preceduto, nel Paese, almeno in termini generali, la produzio-
               ne legislativa regionale in urbanistica mentre quella nazionale ha punta-
               to prevalentemente a disciplinare componenti settoriali (aree protette,
               piani di bacino, rifiuti, standard per uso delle risorse primarie…) anche
               sulla scorta delle numerosissime direttive comunitarie. In tempi recenti
                                                                     8
               sembrano contrapporsi alla considerazione unitaria dell’ambiente e del
               territorio alcune applicazioni operative. Trattasi sostanzialmente della
               V.I.A. e della c.d. V.A.S. 9
                  La contestuale “assimilazione” da parte della cultura urbanistico-am-
               bientale dei contenuti sostanziali della direttiva comunitaria sulla V.I.A.
               consente, quindi, di apprezzare in tutta la sua potenzialità quegli aspetti
               di interrelazione, intervento-contesto ambientale, che ne esprimono la
               struttura più profonda, “funzionale” ai contenuti della nuova pianifica-
               zione così come questa si veniva delineando a seguito della 431. In defi-
               nitiva la V.I.A. o, meglio, quella sua parte che va sotto la denominazione
               di Studio di impatto ambientale, ha reso evidente la necessità di articolare al-
               trimenti le modalità processuali ed applicative della disciplina d’uso e di
               valorizzazione ambientale postulata dalla 431 come nuovo contenuto
               dei P.T.P. e dei Piani urbanistico-territoriali. Il momento che meglio
               esprime queste considerazioni è costituito dalla previsione, nello studio
               di impatto, dell’indicazione di possibili alternative progettuali.
                  Questa evidente connessione tra i momenti propriamente pianifica-
               tori e gli inserimenti alternativi dei progetti di trasformazione del con-
          Anno
               testo territoriale hanno da tempo posto il problema della sottoposizio-
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