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Città contemporanea, ambiente e innovazione urbanistica


            lutazione preventiva degli interventi.
               Il complesso di questa elaborazione si rifà a taluni momenti impor-    FOCUS
            tanti, succedutisi nel tempo, che ne sono la base, contribuendo a quali-
            ficare, in termini complessivamente unitari, un sistema ancora sino ad
            oggi in equilibrio instabile tra azioni “operative” autonome e tentativi
            di azione complessiva.


            Un po’ di cronaca (quasi storia)
               L’approccio ad un primo rapporto tra urbanistica ed ambiente è
            proponibile attorno alla fine dei famosi anni Sessanta, anni del miraco-
            lo economico, per l’evidente interesse rivolto, in precedenza, ai soli ter-
            mini macroeconomici dello sviluppo. Considerato il lasso di tempo che
            ci separa da quegli anni non è sbagliato dire che ormai si tratta di storia.
               Con riferimento alla pianificazione di carattere economico-sociale, è
            ben noto che l’atto programmatorio, unico nella storia delle decisioni
            macroeconomiche in Italia, e cioè il Programma Economico Nazionale
            (PEN) 66-70, trattava dei temi ambientali solamente in relazione alla
            difesa del suolo ed al riequilibrio delle aree montane, questioni già po-
            ste in anni precedenti. Gli “squilibri” rilevati nel Paese erano individuati
            esclusivamente nella grande migrazione Sud-Nord, nella concentrazio-
            ne urbana, nella necessità di riequilibrare insediamenti residenziali ed
            allocazione di risorse pubbliche (essenzialmente trasporti ed attrezzatu-
            re urbane) e private.
               La difesa del suolo, affrontata con l’istituzione della Commissione
            De Marco (dal ’67 al ’70), era considerata nei limiti di una ragionevole
            programmazione di opere idrauliche anche se non mancava la consape-
            volezza di una sua evidente connessione con l’organizzazione del terri-
            torio. Ma in termini di “sistema ambientale”, come oggi inteso, nessun
            riferimento. Prevaleva il concetto centrale del “territorio” come conte-
            nente il tema prioritario del rapporto sviluppo-investimenti-distribu-
            zione degli insediamenti.
               Da questo tipo di approccio non erano affatto immuni gli urbanisti.       4
            Da qualche anno (dal ’60) erano stati avviati gli studi ed il dibattito sulla  n.
            riforma per una nuova legge organica in urbanistica ma, anche in questo      -  II
            campo, non appaiono intuizioni significative sull’ambiente. Dai primi
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