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Il sistema delle aree protette per la conservazione della biodiversità


            sione». In tal senso le riserve, sempre per dirla con parole di Giacomini e
            Romani (1982), sono «zone ad uso tutelativo univoco, distaccate dal pro-
            cesso di razionalizzazione e di uso del territorio e ad esso letteralmente
            sottratte per superiori interessi scientifici ed ecologici». L’istituzione delle
            riserve, a differenza dei parchi, muove dunque da esclusive esigenze pro-
            tezionistiche che estraniano completamente le attività antropiche, accetta-
            bili, peraltro, solo se finalizzate al restauro naturalistico orientando, con
            appropriati interventi, l’evoluzione degli ecosistemi.
               Le finalità marcatamente conservazionistiche per la tutela ambienta-
            le, ricerca scientifica e sperimentazione giustificano ampiamente il rigi-
            do sistema vincolistico posto in essere per le riserve.
               Sono in ogni caso le riserve, al di là dell’aspetto definitorio, formida-
            bili strumenti per la conservazione dell’ambiente naturale di particolari
            luoghi, laddove è necessario preservarne le particolari peculiarità biolo-
            giche per il mantenimento e il miglioramento del clima, la protezione
            del suolo, delle coltivazioni, delle acque, la sopravvivenza, la moltiplica-
            zione e la diffusione di piante e animali rari o in via di estinzione. La
            configurazione di una riserva è inoltre finalizzata a salvaguardare in de-
            terminate parti del territorio nazionale, forme di vita naturale ed il loro
            habitat, il paesaggio e il territorio.
               Il Pavan inserisce tra le riserve naturali generali anche i parchi nazio-
            nali. Va rilevato al riguardo che sotto un profilo più strettamente giuri-
            dico i parchi debbano, invece, configurarsi come una species autonoma.
            Infatti, mentre le riserve sono più rigorosamente rivolte alla tutela flo-
            ro-faunistica, i parchi tendono ad interessi più diversificati che ingloba-
            no sia le componenti naturalistiche che quelle antropiche. Nel merito,
            anche la legge quadro n. 394/1991 ha operato una precisa classificazio-
            ne distinguendo, nell’ambito del genus delle aree protette, i parchi nazio-
            nali e le riserve naturali come due species autonome.
               L’istituzione di tali aree protette, peraltro, non corrisponde solo ad
            esigenze di salvaguardia del territorio nazionale, ma trova sempre più
            puntuale riscontro in un discorso conservazionistico a livello interna-      4
            zionale a cui i singoli Stati concorrono nell’ambito di trattati, conven-    n.
            zioni e atti comunitari.                                                     -  II
               Da parte delle organizzazioni internazionali che si interessano alla
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