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Il sistema delle aree protette per la conservazione della biodiversità


            de essenzialmente nel fatto che tali parchi regionali sono considerati dei
            veri e propri strumenti di sviluppo economico per aree marginali quali le
            zone montane, tradizionalmente svantaggiate, le cui popolazioni molto
            volentieri accettano questa conveniente forma di gestione territoriale.
               In Francia, peraltro, si è felicemente intuito che la conservazione e
            fruizione dell’ambiente potevano armonicamente contemperarsi solo
            con la partecipazione attiva delle popolazioni locali coinvolgendole nei
            processi di studio delle risorse naturali, di sostegno delle attività econo-
            miche tradizionali e di animazione culturale (Bonalberti, 1994).
               Del resto questi parchi rientrano negli obiettivi di politica generale
            per le aree montane o costiere svantaggiate beneficiando conseguente-
            mente di appropriati fondi di bilancio finalizzati allo sviluppo socio-
            economico delle comunità interessate. Parimenti gli strumenti di tutela
            legislativa si rinvengono non da una normativa speciale per le aree pro-
            tette ma, al contrario, nella legislazione ordinaria, comune e valida per
            tutto il territorio nazionale, senza bisogno di ricorrere ad una forte, ed a
            volte esasperante, politica dei vincoli e divieti.


            Le riserve naturali
               Manca in Italia una definizione univoca, sotto il profilo naturalistico e
            giuridico, delle riserve naturali la cui classificazione più attendibilmente
            sistematica è da attribuirsi al prof. Mario Pavan che ne ha differenziato
            le finalità d’istituzione ispirandosi ai concetti del naturalista francese
            Bourdelle acclarati dall’Unione internazionale per la conservazione della
            natura. Nemmeno la recente legge quadro sulle aree protette n.
            394/1991 ha dato una definizione esaustiva delle riserve limitandosi ad
            affermare all’art. 2 che «Le riserve naturali sono costituite da aree terre-
            stri, fluviali, lacuali o marine che contengono una o più specie naturali-
            sticamente rilevanti della flora e della fauna, ovvero presentano uno o
            più ecosistemi importanti per le diversità biologiche o per la conserva-
            zione delle risorse genetiche. Le riserve naturali possono essere statali o
            regionali in base alla rilevanza degli interessi in esse rappresentati».     4
               La definizione e la sistematica del Pavan rimangono pertanto quelle       n.
            più soddisfacenti con la suddivisione delle riserve a seconda delle ragio-   -  II
            ni di interesse ambientale, conservazionistico, scientifico, estetico o ri-
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