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Il sistema delle aree protette per la conservazione della biodiversità


            no forme di sviluppo compatibile e politiche attive di conservazione
            delle risorse naturalistiche.
               Parco allora come sistema territoriale e relazionale di risorse naturalisti-
            che, scientifiche, economiche, educative, paesaggistiche e antropiche
            attraverso cui perseguire la finalità globale di «ricercare, promuovere e
            sostenere una convivenza compatibile fra ecosistema naturale ed ecosi-
            stema umano nella reciproca salvaguardia dei diritti territoriali di man-
            tenimento, evoluzione e sviluppo» da realizzarsi con la:
               - conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi naturali;
               - promozione sociale, economica e culturale delle popolazioni;
               - ricerca scientifica continua, multi e interdisciplinare;
               - didattica educativa e formativa;
               - fruizione ricreativa e turistica (Giacomini, Romani 1992).
               In base a tali finalizzazioni l’area protetta parco non è più un luogo sta-
            tico in cui vengono privilegiati i soli aspetti naturalistici, ma diventa fonda-
            mentale strumento di valorizzazione ambientale, paesaggistica e socio-
            economica che tende a ristabilire un razionale rapporto uomo-territorio
            nell’ottica dello sviluppo integrato ed ecocompatibile (Barbieri, 1991).
               Del tutto superata appare allora l’idea di parco strettamente conser-
            vazionistica con logiche di tutela dell’ambiente improntate ad un rigido
            sistema vincolistico che vede l’area protetta come territorio-santuario.
            Certamente negli anni precedenti una certa cultura pseudoambientali-
            sta ha teorizzato e professato quest’ultima ideologia con il riferimento
            al bisogno di una natura incontaminata ed estetizzante in cui l’uomo
            veniva estraniato e come tale considerato avulso da quello stesso conte-
            sto territoriale di riferimento nel quale ha vissuto ed agito.
               Traspare con evidenza che tale concezione era non solo aberrante ma
            estremamente dannosa proprio per quelle esigenze di tutela dell’ambien-
            te naturale che esige sia una conservazione degli aspetti fisiografici del
            territorio che di quelli culturali, storici della civiltà rurale e montanara.
               L’area parco, peraltro, è stata sempre concepita come l’exstrema ratio
            per salvare spazi in cui sono falliti gli ordinari sistemi di governo e ge-  4
            stione del territorio, che nell’emergenza e urgenza conservativa veniva      n.
            immediatamente sottoposto ad un pesante regime vincolistico teso a           -  II
            cristallizzarne gli aspetti morfologici e vegetazionali. Sotto tale profilo,
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