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Il sistema delle aree protette per la conservazione della biodiversità


                  Le 772 aree protette iscritte nell’elenco ufficiale occupano una su-
               perficie in ettari pari a 2.991.851,85 (a terra) e 2.820.673,40 (a mare). È
               utile evidenziare che la superficie a terra raggiunge quasi il 10% dell’in-
               tero territorio italiano.


               Il parco nazionale
                  Secondo l’art. 2 della legge quadro «I parchi nazionali sono costituiti
               da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più eco-
               sistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o
               più formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilie-
               vo internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici,
               culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l’intervento dello Stato ai
               fini della loro conservazione per le generazioni presenti e future».
                  La lettura di tale definizione e degli artt. 7, 12, 14 della legge n.
               394/1991 pone in risalto, per il parco nazionale, il superamento di quel
               diffuso preconcetto che voleva in queste aree l’istituzione di sacrari della
               natura e schiude finalmente ad un modello di tutela del patrimonio na-
               turalistico fondato su un equilibrato rapporto uomo-ambiente. Nel nuo-
               vo concetto di parco la natura non rimane l’unica interlocutrice ma deve
               far posto anche all’uomo che, pur avendo un potere assolutamente do-
               minante nel sistema fisico-antropico, non viene visto in posizione antro-
               pocentrica a discapito della natura, ma come elemento che, insieme con
               la natura, forma un unico sistema ambientale. Il termine ed il concetto
               di parco - creato com’è noto ab origine in Paesi (USA) privilegiati dal-
               l’estensione territoriale ma poveri di civiltà storiche millenarie - supera
               così la pregiudiziale prospettica di territorio soggetto a rigida disciplina
               vincolistica per aprire ad un uso diversificato e gerarchizzato del territo-
               rio in cui si contemplano reciprocamente le esigenze di tutela degli eco-
               sistemi e della permanenza delle attività umane (Palmieri, 1994).
                  Negli ultimi decenni si sono sviluppati differenti approcci concet-
               tuali all’idea di area protetta con ideologie oscillanti fra la intransigente
               salvaguardia e il razionale e corretto uso del territorio. Nel primo caso,
               prevalente è l’assunto di zona protetta come parte avulsa dal contesto
               territoriale di riferimento. Nell’altra ipotesi, di contro, le aree protette
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               vengono considerate come integrate in un sistema di sistemi dove si attua-
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