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L’arte del piano
di incidere o di regolare o di gestire la vita del territorio, dei cittadini e
delle cittadinanze. FOCUS
Sembra quasi che la cultura politica del Piano non voglia cedere po-
sizioni di una rendita acquisita, anche perché con i Piani di quarta ge-
nerazione, i Piani sostenibili, i Piani competitivi, il concetto di rendita
(per esempio territoriale e fondiaria) cambia completamente; cambia-
no gli indicatori con cui si valuta prima e si decide poi se una porzione
di terreno, un territorio, ha valore per gli interventi di programmazio-
ne, di progettazione futura. Questo nuovo modo di fare piano mette
in crisi quelle culture della politica molto statiche che non vogliono
cambiare: la politica spesso chiede un cambiamento, ma poi non vuole
perseguirlo. Tra l’altro, ciò che si sta verificando in questo momento
con i Piani di quarta generazione, i Piani sostenibili (penso a quel mo-
dello che si chiama “STeM approch”, che è proprio un modello di pia-
nificazione originale, tutto italiano), cambia per una volta questa con-
cezione della politica, cambia la possibilità che la politica governi “dal-
l’alto” scegliendo spesso in termini indifferenziati, tant’è che i Piani
strategici - penso al Piano regolatore di Roma, penso al Piano regola-
tore di Napoli, al Piano regolatore di Palermo, a quello di Bari - sono
tutti uguali, originati dal piano di Barcellona dell’86, e hanno riprodot-
to se stessi come una specie di clonazione, indipendentemente dalle
condizioni poste dal territorio».
Vorrei riprendere questo passaggio del rapporto tra la pianifica-
zione urbanistica e l’ambiente, visto come vincolo o strumento
di sviluppo attivo, perché chiaramente ci apre una prospettiva
sul rapporto tra lo spazio urbano ed il territorio e la capacità di
interrelazione tra la città e - passando per la periferia - l’aperto
territorio: come si può leggere questo percorso, e quali sono gli
strumenti per rendere più fruibile questa dimensione, e più dol-
ce e meno netta la separazione appunto tra spazi urbani e spazi
extraurbani? 4
«Anche qui gli ultimi risultati delle ricerche europee fanno cambiare n.
ottica: la vecchia generazione della pianificazione parla sempre e solo di - II
città, mantenendo in vita una impropria, a mio avviso, similitudine tra il
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