Page 101 - SilvaeAnno02n04-005-Editoriale-pagg.006.qxp
P. 101
L’arte del piano
toriali, ecc.), degli strumenti di coerenza economico-finanziaria e ge-
FOCUS stionale, del marketing territoriale per lo sviluppo sostenibile e della
coerenza trasportistica.
I suoi ambiti di studio e di ricerca investono l’organizzazione e la
pianificazione del territorio con ideazione ed applicazione di modelli si-
stemico-qualitativi; la pianificazione dello sviluppo socioeconomico e
territoriale in contesti avanzati e a basso sviluppo; il federalismo e il go-
verno del territorio (modelli di aree metropolitane e modello Roma-ca-
pitale); lo sviluppo locale d’impresa e la competitività territoriale; la va-
lutazione ambientale strategica e la pianificazione sostenibile; la certifi-
cazione d’area e i programmi strategici; lo sviluppo urbano-rurale; la
governance territoriale e il marketing territoriale. Attualmente, oltre
l’attività didattica presso l’Università di Roma Tor Vergata è lead partner
del Progetto UE ESPON “Territorial Dimension of Lisbon-
Gothenburg Strategy”, coordinando una rete di partner nazionali ed
europei (Italia-SGI, Slovenia, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Spagna,
Portogallo, Finlandia). In quest’ambito si sta occupando dell’elabora-
zione di un modello di valutazione della “competitività in sostenibilità”
alla scala nazionale e regionale per la regolamentazione all’accesso dei
nuovi Fondi Strutturali UE 2007-2013.
Secondo lei, come si può, oggi, definire e declinare il rapporto tra
la politica e la “pianificazione degli spazi urbani”?
«È una domanda enorme. Partirei dal ragionare sugli aspetti istitu-
zionali di questo problema, nel senso che le Istituzioni, a diverso tito-
lo, sono deputate - per norma - a fare “il governo” del territorio, quin-
di politica territoriale. Ovviamente si tratta di una politica sempre più
complessa perché il territorio diventa esso stesso una “missione com-
plessa”: infatti negli ultimi anni, quando parliamo di territorio, parlia-
mo di ambiente, di identità, di cultura, di economia e parliamo quindi
di problemi che la politica deve integrare, e quindi di policies, come for-
se è meglio dire utilizzando un termine più europeo. Parliamo di obiet-
tivi di politica, non più tanto per la crescita - nel solo senso dell’au-
mento o della diminuzione dell’occupazione o delle attività economi-
Anno
che, dell’integrazione sociale, della coesione sociale o della cultura o
II
-
n.
4
102 SILVÆ