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Le trombe di Gerico


            te tossiche - iprite, tabun, soman e bombe al fosforo - tutte stoccate a
            profondità che oscillano tra i 30 e i 200 metri. In queste acque è stata
            registrata una vera e propria moria di pesci e di stelle marine.
               La lista delle discariche sottomarine include tratti di mare danese,
            come quello vicino a Skagen, oppure lo stretto del Piccolo Belt, o anco-
            ra l’area tra l’isola di Fyn e la terraferma. Ma 120mila tonnellate di agen-
            ti chimici risultano essere stoccate anche sui fondali dell’Atlantico vici-
            no alle isole Ebridi, nel Mare di Irlanda e in prossimità della costa
            orientale del Canada. Anche i russi non sono stati da meno, ma nel loro
            caso il numero delle tonnellate riversate in mare è incerto. Dunque, il
            solo Mar Baltico risulterebbe inquinato da 3, forse 4, milioni di tonnel-
            late/kilometro di agenti tossici, inclusi 1 milione di nitrogeno e suoi
            derivati e 500mila di tonnellate/kilometro di fosforo.
               Ma, al di là di questi singoli - se pur significativi - episodi, gli effetti
            negativi dei conflitti armati sull’ambiente sono cresciuti in misura espo-
            nenziale a partire dagli anni ’60. Le armi impiegate, infatti, si diffondo-
            no nell’aria e nell’acqua a prescindere dai confini dei singoli Stati, e
            hanno effetti sulla salute e sull’ambiente che non conosciamo ancora
            bene, ma che sicuramente durano nel tempo.
               Quando le forze armate americane si trovarono ad operare nel sud-
            est asiatico, e in particolare nel Vietnam, dovettero affrontare i combat-
            timenti nelle impenetrabili foreste; furono allora sviluppati erbicidi e
            defolianti particolarmente potenti ed aggressivi per sgomberare dalla
            vegetazione alcuni settori di giungla, soprattutto ai lati delle principali
            strade di collegamento. A partire dal 1962 furono impiegati aerei da tra-
            sporto C123 per spargere almeno quattro tipi di defolianti: agente aran-
            cio, bianco, blu e rosso. Quello arancio è stato l’agente chimico maggior-
            mente usato: alcuni lanci furono diretti anche contro i campi coltivati,
            con il preciso intento di affamare i vietcong. Secondo alcune stime, nel
            1967 erano stati “trattati” 6.000 chilometri quadrati di foreste e 900 di
            campi coltivati. Alla fine del conflitto erano stati cancellati circa 325mila
            ettari di terra; ne risultarono conseguentemente depauperati gli ecosiste-
            mi di enormi foreste che ospitavano una grande biodiversità. L’utilizzo      .3
            indiscriminato dei pesticidi sulle foreste di mangrovie, inoltre, trasformò  oI-n
            ampi tratti del Delta del Mekong in desertiche pianure fangose.              n
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