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Le trombe di Gerico


               esempio, dallo spostamento di enormi masse di rifugiati: la deforesta-
               zione, l’aumento del bracconaggio, la distruzione degli habitat, l’inqui-
               namento delle acque e del suolo, la riduzione dei fondi per la conser-
               vazione ambientale, gli spostamenti forzati di persone verso aree mar-
               ginali che danneggiano le biodiversità.
                  Già dal secolo scorso, peraltro, sono state sviluppate armi tattiche
               con effetti ambientali e metodologie operative per sfruttare gli stessi
               fenomeni ambientali.
                  Alla prima categoria appartengono le mine sotterranee, ampiamen-
               te usate durante la prima guerra mondiale allo scopo di far detonare
               grosse quantità di esplosivi vicino alle postazioni nemiche.
                  Alla seconda, azioni come quella del 17 marzo 1943, quando aerei
               del 617º squadron della Raf attaccarono con successo, mediante specia-
               li bombe rotolanti, le dighe di Mohne, Eder e Soerpe, che facevano
               parte del sistema delle centrali idroelettriche che alimentavano le indu-
               strie del bacino della Ruhr.
                  Vale inoltre la pena di ricordare che, per anni, nel Baltico e in altri
               mari sono state gettate armi chimiche senza alcuna misura di sicurezza,
               con grave rischio per l’uomo e per l’ambiente.
                  Questo è quanto risulta dallo studio condotto dal ramo russo
               dell’International Physichians for the Preventions of Nuclear War, federazione
               di organizzazioni mediche che da anni si impegna per prevenire qual-
               siasi forma di conflitto armato.
                  Le radici del problema affondano nella Seconda guerra mondiale,
               durante la quale i Paesi coinvolti aumentarono considerevolmente la
               produzione di armi chimiche. Alla fine della guerra gli alleati trovarono
               in Germania 250mila tonnellate di queste armi, di cui 20mila di gas ner-
               vino. Una considerevole quantità a cui sommare quella prodotta da
               Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti: circa altre 150mila tonnellate.
                  All’inizio del 1946 le prime 200mila tonnellate presenti nei territori
               occupati da inglesi e americani furono imbarcate nei porti di Kiel e
               Emden, su navi destinate ad essere affondate. La vicenda fu chiusa e
               dimenticata almeno fino al 1990, quando nello stretto di Skagerrat ven-
          A
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               nero rinvenute nove di queste navi. Da allora sono stati scoperti alme-
               no altri sei siti, per un totale di 302.875 tonnellate di sostanze altamen-
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