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Le trombe di Gerico
razioni ufficiali che ne confermassero o ne negassero l’utilizzo come
contrappeso sui missili Cruise. Durante l’estate del 1999, come abbia-
mo già ricordato, l’UNEP costituì un team di valutazione, con l’inten-
zione di analizzare gli effetti dell’uranio impoverito. In diversi siti bom-
bardati durante il conflitto in Kossovo furono fatte misurazioni preli-
minari sul tasso di radioattività, ma non risultò nulla di sospetto. Il team
di valutazione concluse che non era necessario condurre ulteriori ricer-
che, e che comunque esse non sarebbero state possibili senza ottenere
maggiori informazioni da parte della NATO.
In tal senso, nell’ottobre 1999, il Segretario Generale delle Nazioni
Unite, Kofi Annan, inviò una richiesta formale al Segretario Generale
della NATO, Lord Robertson. Nel febbraio del 2000 venne conferma-
to l’utilizzo di uranio impoverito, e dalla NATO giunsero informazio-
ni più precise sul quantitativo di proiettili utilizzati e sulle zone da essi
colpite; queste notizie non furono però considerate sufficienti a garan-
tire una ricerca scientifica su larga scala, quindi Kofi Annan inviò una
seconda richiesta. Nel giugno 2000 la NATO fornì alle Nazioni Unite
una mappa con le coordinate dei 112 attacchi in cui era stato utilizzato
l’uranio impoverito; risultava anche un resoconto quantitativo delle sca-
riche per ogni missione.
Un incontro tenutosi a Ginevra nel settembre 2000 diede l’avvio alla
“missione uranio impoverito”, a cui parteciparono agenzie delle
Nazioni Unite e rappresentanti della NATO. La missione fu organizza-
ta in breve tempo e partì per il Kossovo il 5 novembre.
Il team visitò 11 siti colpiti da armi all’uranio impoverito, e raccolse
355 campioni destinati ad analisi scientifica: includevano 249 campioni
di terra e cemento, 46 di acqua, 36 botanici (erba, licheni, funghi, ecc.),
3 campioni di latte, 3 “punte” (la parte di munizione all’uranio impo-
verito costituita esclusivamente da tale sostanza) e 4 jackets (un’altra
parte della munizione all’uranio impoverito che aiuta la punta a segui-
re una traiettoria rettilinea). La conclusione del rapporto (molto impor-
tante sia per le popolazioni locali, sia per i soldati al servizio della
KFOR) fu che «non è avvenuta alcuna contaminazione diffusa, tossica .3
o radioattiva, dovuta all’uso di armi all’uranio impoverito». L’UNEP oI-n
riportò l’esistenza di una contaminazione superficiale del terreno, limi- n
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