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Le trombe di Gerico


               biente a seguito della distruzione di obiettivi militari  (come stabilimen-
               ti industriali e altre infrastrutture) sul territorio della Repubblica
               Federale di Jugoslavia; in particolare, sono stati testati gli effetti sulle
               coltivazioni adiacenti le zone colpite. Questo studio ha rivelato quattro
               criticità a livello ambientale: Pancevo, Kragujevac, Novi Sad e Bor, tutte
               situate in Serbia. Una seconda spedizione si è concentrata sugli effetti
               della guerra nella zona del Danubio, vista la preoccupazione suscitata
               dalle possibili conseguenze dell’inquinamento di un fiume così impor-
               tante per l’equilibrio dell’ecosistema centroeuropeo. Un terzo studio ha
               considerato invece gli effetti della guerra sulla biodiversità, ed è stato
               condotto soprattutto in diversi parchi nazionali; una quarta spedizione
               ha considerato l’impatto della guerra sugli insediamenti umani, mentre
               l’ultima ha condotto una ricerca sugli effetti dell’uranio impoverito. Nel
               marzo 2001 l’UNEP ha infatti pubblicato Uranio impoverito in Kossovo:
               valutazione ambientale dopo il conflitto. Si tratta di un’analisi dei rischi
               ambientali legati all’utilizzo di questo tipo di armi durante il conflitto.
               L’uranio impoverito viene ricavato dagli scarti dell’uranio arricchito; è
               meno radioattivo dell’uranio naturale (che presenta l’isotopo U-235 in
               una percentuale isotopica dello 0,7 mentre l’uranio impoverito ne con-
               tiene lo 0,2%): da qui il termine “impoverito”. Viene usato per scopi
               militari perché grazie alla sua densità fornisce ai proiettili un’alta capa-
               cità di penetrazione: quando vengono a contatto con una superficie
               rigida, come la corazza di un carro armato, hanno la capacità di “auto-
               affilarsi”. E cioè, invece di distruggersi al momento dell’impatto, il pro-
               iettile diventa più affilato mentre attraversa la corazza. L’uranio impo-
               verito non è esplosivo, ma la polvere scaturita dall’impatto prende
               fuoco a causa delle alte temperature prodotte, rendendo il proiettile
               ancora più efficace. Trattandosi di un materiale di scarto, l’uranio impo-
               verito risulta relativamente economico. I possibili utilizzi dell’uranio
               impoverito erano noti all’esercito americano fin dal 1940.
               Ufficialmente, è stato utilizzato per la prima volta dalle forze militari
               britanniche e statunitensi durante la prima Guerra del Golfo. Un uffi-
               ciale del Dipartimento della Difesa americano sembra aver conferma-
          A
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          n
               to che il 3 maggio 1999 aerei militari A-10 fecero uso di munizioni
               all’uranio impoverito in Kossovo. A ciò non sono seguite altre dichia-
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