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Le trombe di Gerico


               tata esclusivamente a pochi metri attorno alle zone di ritrovamento
               delle punte di proiettile, o agli squarci degli impatti da esse provocate.
               L’UNEP poteva così dichiarare sicuri i villaggi situati in vicinanza delle
               zone di utilizzo dell’uranio impoverito, come pure le zone agricole cir-
               costanti. «Il più alto rischio deriva invece dall’ingestione di terra conta-
               minata, come ad esempio per i bambini che mettono in bocca le mani
               sporche dopo aver giocato all’aperto; ma se anche questo è accaduto,
               l’ingestione di così minime quantità rende il rischio radiologico basso.
               Invece, dal punto di vista tossicologico, la possibile assunzione di tali
               sostanze è da considerarsi in qualche modo superiore alla quantità limi-
               te consentita. Infine, i campioni d’acqua non sono risultati contamina-
               ti. Verificato il basso numero di punte ritrovate nei siti presi in esame,
               rispetto ai proiettili sparati, si può affermare con sicurezza che un’alta
               percentuale di questi è rimasta sotterrata. Non si conoscono gli effetti
               che tali punte potranno manifestare in futuro, ma si suppone che si cor-
               roderanno e, dove la loro quantità sarà concentrata, la quantità di ura-
               nio filtrata nell’acqua salirà oltre il limite per l’acqua potabile definito
               dall’Organizzazione Mondiale della Sanità».
                  Il rapporto riporta anche raccomandazioni relative agli interventi
               futuri riguardanti l’uranio impoverito. Ad esempio, sarà necessario visi-
               tare tutti i siti in cui è stato utilizzato, e tutti dovranno essere analizza-
               ti per verificare la presenza di contaminazione del suolo. Si dovranno
               asportare le punte o i jackets rimasti sulla superficie del terreno e suc-
               cessivamente etichettarli come pericolosi.
                  Ove possibile, bisognerà procedere alla decontaminazione, e la qua-
               lità dell’acqua andrà monitorata nel lungo termine, per assicurarsi che
               l’uranio impoverito non possa contaminare le riserve idriche delle aree
               colpite.
                  Dunque, dopo aver smentito molte affermazioni sulla pericolosità
               dell’uranio impoverito, il rapporto conferma che restano dei dubbi
               sugli effetti collaterali provocati da questa sostanza.
                  Lo studio condotto dall’UNEP è stato il primo ad analizzare in modo
               scientifico il comportamento dell’uranio impoverito lontano dalle aree
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               ambientali controllate in cui avvengono i test di tiro. Una delle racco-
               mandazioni che si legge nel rapporto prevede che l’UNEP conduca una
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