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I monoteismi fra spirito e natura


               Sempre nell’ambito dell’eterogenea tradizione gnostica, si sviluppa-
            va il manicheismo, che prese il nome dal suo fondatore Mani, dalle        FOCUS
            aspirazioni decisamente universalistiche, e anche per questo motivo
            aspramente combattuto dall’ortodossia cattolica. Questo, partendo
            dalla negatività della materia sulla base di un netto dualismo fra la real-
            tà spirituale e il mondo, considera la conoscenza una anamnesi in senso
            platonico, atta quindi a far sì che l’individuo giunga a riconoscere nella
            sua anima la presenza di una particella di luce consustanziale all’essen-
            za di Dio.
               Tralasciando l’esposizione delle varie teorie che sorsero in quella
            fase di travaglio e di fissazione dell’ortodossia cattolica, ribadiamo
            come i dibattiti intorno alla natura di Cristo, al significato della Trinità
            e di conseguenza alla funzione del mondo terreno rispetto al disegno
            divino, mostrarono una evidente opposizione tra una visione generica-
            mente orientale (di origine neoplatonica, con influssi di varia prove-
            nienza come il pensiero religioso indiano) fondata sulla svalutazione
            della materia, e una romano-occidentale, per la quale il mondo, nella
            sua concretezza, è parte del disegno divino. E che quindi considera
            l’azione politica fondamentale alla creazione di un ordine terreno, quale
            modello parziale ma comunque positivo del più grande impero celeste.
            Allo spiritualismo orientale, in linea con una forte tradizione filosofica,
            veniva con ciò a contrapporsi la valenza essenzialmente giuridica della
            tradizione occidentale, finalizzata alla costituzione di un ordine sulla
            terra in grado di trasformare, attraverso l’ispirazione divina, il caos ori-
            ginario. In tal modo il principio di un ordine romano continuava a vive-
            re nell’ortodossia cattolica, affidando alla Chiesa il compito di ordina-
            re il cosmo nel nome del nuovo universalismo della legge cristiana.
               Ne consegue che l’ortodossia, pur attraverso evidenti contrasti, si
            pronunziasse per una piena rivalutazione della natura sulla base del
            riconoscimento della duplicità di Cristo, essere umano e divino allo
            stesso tempo. Equilibrio complesso, certamente, che nonostante
            momenti di incertezza nel corso della storia del Cristianesimo, si è
            comunque affermato, portando a una pari valutazione sia dell’elemen-         .3
            to spirituale che del dato materiale presente nella natura, non fine a se    oI-n
            stessa, ma comunque creatura di Dio. E come tale recuperabile alla sal-      n
                                                                                         n
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