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I monoteismi fra spirito e natura
sua visione della natura nel corso dell’era moderna, limitandoci a con-
FOCUS statare che, al di là di forme marginali di fuga dal mondo, l’ortodossia
non ha mai espresso disprezzo per la materia né canonizzato ideali
radicalmente antimondani. Anzi, ha percorso e continua a percorrere
un cammino che la porta a una sempre maggiore valutazione di questo
dono terreno concesso da Dio. In questa prospettiva consideriamo due
espressioni significative contemporanee della valutazione del tempora-
le, sfocianti nel culto ancor più che nel rispetto della natura. Facendo
riferimento alla tradizione francescana, pensiamo alla significativa
opera teologica di Leonardo Boff, propugnatore in una prima fase della
teologia della liberazione assieme a padre Gutiérrez, successivamente
interprete appassionato di quello spirito francescano, trasferito in una
vera teologia ecologica. Alla giustizia verso gli altri esseri umani, verso
quella gente povera e indifesa cui avrebbe dovuto indirizzarsi una teo-
logia “differenziata”, ossia consapevole delle degradanti diversità esi-
stenti fra gli uomini sulla terra, seguiva l’esigenza della giustizia verso
l’ambiente: il tesoro datoci da Dio che rischiamo di danneggiare in
maniera irreparabile. In entrambi i casi si richiama la religione cristiana
a una superiore sensibilità verso la terra, quale suolo e quale ambiente
di esseri animati, segno della presenza di Dio e non di un suo ancorché
momentaneo allontanamento.
Altro segno di una significativa esaltazione in chiave spirituale della
vita terrena è un fenomeno in grande espansione che si sta verificando
tanto all’interno che all’esterno della canonizzata tradizione cristiana. Si
tratta dell’esaltazione della figura di Gesù, del dio umanizzato che, nella
sua enfatizzazione, giunge a imporre un culto a sé con tutta una com-
plessa folclorizzazione basata su una imitazione ed attualizzazione della
figura del dio-uomo. In questa prospettiva si pretende di recuperare la
parola originaria attraverso la lettura diretta del Vangelo, senza cioè la
mediazione delle istituzioni intese quali deformazioni apportate dal
processo storico (un culturale degenerato che si sovrappone alla purez-
za del naturale). Da ciò l’idea di una sorta di ritorno all’origine resa
attraverso l’identificazione con l’umanità del dio, quale sorta di recupe-
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ro di una originaria purezza.
Al lato estremo di questo recupero del mondano e quindi della natu-
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