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Il rapporto dell’uomo con la natura nella concezione biblica e filosofica


               con gli animali terrestri e con l’uomo» (Gen. 1, 24-31). La Genesi dice

         FOCUS  che le singole opere erano “buone” e che l’insieme di tutto ciò che Dio
               aveva fatto era “molto buono”.
                  Al giudizio di “molto buono”, gli esegeti attribuiscono il significato
               di una valutazione rivolta alla meravigliosa armonia e conformità al fine
               piuttosto che alla bellezza di tutto il cosmo. In altre parole, la Bibbia
               esprime un giudizio non tanto di etica e di estetica, ma di conformità
               delle singole cose create con il fine e l’ordine della Creazione.
                  L’uomo, creato per ultimo, è messo nel “giardino”, con il mandato
               di coltivarlo e di custodirlo, continuando così l’opera del Creatore per
               portarla a compimento (Gen. 2, 15).
                  Questo rapporto (biblico) uomo-natura è di armonica colleganza in
               un piano di stretta dipendenza da Dio creatore di tutte le cose.
                  Secondo il mandato divino, l’uomo deve governare ogni cosa con
               bontà, deve esercitare il suo dominio sul mondo creato, con dolcezza e
               con amore (senza fargli violenza), in modo che ciascuna creatura possa
               raggiungere il proprio fine, che e quello di cantare la gloria di Dio e di
               rivelarne l’esistenza. In merito, il Concilio Vaticano II ricorda: «Dio, il
               quale crea e conserva tutte le cose per mezzo del Verbo, offre agli
               uomini nelle cose create una perenne testimonianza di Sé». Quindi il
               rapporto dell’uomo con la natura deve essere di rispetto, per non tur-
               bare l’equilibrio e l’armonia voluta da Dio nella creazione. Il “giardino”
               è di Dio: l’uomo, Suo mandatario, deve farlo fruttificare ed impedirne
               il deterioramento, rispettandone la natura e le finalità. Il rapporto
               uomo-natura si substanzia nel mandato che ha ricevuto l’uomo di “col-
               tivare” e “custodire” il mondo creato. Poiché non si può fare una vera
               coltivazione senza la custodia, l’uomo deve realizzare in modo inscin-
               dibile le due azioni (del coltivare e del custodire). Questi sono i princi-
               pi ed i valori che devono essere alla base di una vera educazione verso
               la natura. La violazione dell’Alleanza porta modificazione nell’uomo e
               nel suo rapporto con la natura, nel senso che l’umanità arrogante è
               esposta a progressiva degradazione morale e la natura sarà assoggetta-
               ta a caducità e fragilità. Con la vocazione di Abramo, Dio, che non ha
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               mai abbandonato l’uomo, diede inizio alla storia della Salvezza.
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