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La sfida della tutela del Creato
sociale la figura di Cristo come unico Salvatore «per opera del quale
FOCUS abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati» (Col 1, 14) e che la
Chiesa è mandata a portare all’uomo e al mondo.
Accanto all’idea del necessario riferimento a Cristo, il Papa richiama
la vocazione dell’uomo quando ricorda che l’uomo «ha senza dubbio
bisogno dei beni creati e dei prodotti dell’industria, arricchita di conti-
nuo dal progresso scientifico e tecnologico. E la disponibilità sempre
nuova dei beni materiali, mentre viene incontro alle necessità, apre
nuovi orizzonti. Il pericolo dell’abuso consumistico e l’apparizione
delle necessità artificiali non debbono affatto impedire la stima e l’uti-
lizzazione dei nuovi beni e risorse posti a nostra disposizione; in ciò
dobbiamo, anzi, vedere un dono di Dio e la risposta alla vocazione del-
l’uomo, che si realizza pienamente in Cristo» (SRS 29).
Ecco perché quando vengono a mancare quei beni indispensabili
non si può parlare di vera realizzazione della vocazione dell’uomo in
Cristo. Infatti, osserva il Papa, la carenza di essi pregiudica la realizza-
zione della vocazione umana. Purtroppo, ancora oggi «ci sono quelli -
i molti - che possiedono poco o nulla i quali non riescono a realizzare
la loro vocazione umana fondamentale, essendo privi dei beni indi-
spensabili» (SRS 28).
La realtà in effetti è che con l’ideologia moderna del progresso, il pos-
sesso o l’accumulo di beni ha preso il sopravvento su ogni cosa, mutilan-
do l’uomo e compiendo nei suoi confronti e nei confronti dell’umanità
un vero tradimento. E Giovanni Paolo II, puntualmente denuncia:
«L’esperienza degli anni più recenti dimostra che, se tutta la massa delle
risorse e delle potenzialità, messe a disposizione dell’uomo, non è retta
da un intendimento morale e da un orientamento verso il vero bene del
genere umano, si ritorce facilmente contro di lui per opprimerlo» (SRS
28). Infatti, «ci sono quelli - i pochi che possiedono molto - che non rie-
scono veramente ad essere, perché con un capovolgimento della gerar-
chia dei valori ne sono impediti dal culto dell’avere» (SRS 28).
È nella stessa linea che Paolo VI parlava precedentemente del dete-
rioramento della «vera scala dei valori che porta le persone, le famiglie
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e le Nazioni a un materialismo soffocante» (PP18). «L’avere oggetti e
beni non perfeziona di per sé il soggetto umano, se non contribuisce
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