Page 45 - Silvae MAggio Agosto
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Infine è auspicabile creare un portale Internet come chiave per la vita sulla
               terra che dovrà essere implementato al più presto per facilitare chiunque a
               scoprire e nominare specie e a conoscere la loro storia naturale.

               Record tropicali

               Secondo E. O. Wilson “distruggere le foreste pluviali per un guadagno economico
               è come bruciare un dipinto del Rinascimento per cucinare”.
               Le foreste pluviali tropicali primarie sono ancora nelle condizioni originali,
               relativamente inalterate dalle attività umane.
               Hanno una struttura caratterizzata dalla volta delle chiome degli alberi, la
               canopia.
               Il  suolo  è  generalmente  privo  di  vegetazione  perché  la  spessa  copertura
               arborea lascia penetrare pochissima luce, limitando fortemente la crescita
               delle piante sotto gli alberi.
               La foresta primaria è il tipo di foresta biologicamente più diversificata al
               mondo,  ma  non  sappiamo  esattamente  quante  specie vivano in questi
               ecosistemi: le stime oscillano da 3 a 50 milioni.
               Le    foreste  temperate  sono  dominate  da  una  mezza  dozzina    di  specie
               arboree che costituiscono il 90% degli alberi di quei boschi mentre le foreste
               pluviali tropicali possono superare le 650 specie di alberi in un singolo ettaro
               di superficie boscata.
               Il 30% degli uccelli di tutto il mondo si trova nel solo bacino del Rio delle
               Amazzoni e un altro 16% in Indonesia; delle circa 250.000 specie di piante
               vascolari conosciute, 170.000 (il 68%) si trovano in queste foreste.
               E ancora: in un solo bacino idrografico del Perù sudorientale sono presenti
               1.600 specie di Lepidotteri (farfalle diurne) contro le 380 dell’intera Europa
               e dell’area mediterranea del Nord Africa.
               Già Alexander von Humboldt nel suo viaggio equinoziale all’inizio dell’800,
               assieme all’amico Aimé Bonpland, con il quale esplorò gran parte del Sud
               America, nell’opera Ansichten der Natur (1808) constatava: “più ci si avvicina
               ai  tropici,  più  aumenta  la  varietà  morfologica  e  la  leggiadria  delle  forme  della
               combinazione dei colori, l’eterna giovinezza e il vigore delle forme viventi”.




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