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La situazione rifiuti in Campania: dall’emergenza alla gestione ordinaria
balle, come previsto dal Piano Regionale Rifiuti e dall’appalto,
per cui attualmente sono ancora depositate circa 5 milioni di ton-
nellate di rifiuti che corrispondono a circa 6 milioni di tonnellate
di rifiuti semi umidi non smaltiti, ma accantonati in siti di depo-
sito, per lo più nell’ambito della provincia di Napoli e Caserta.
Sempre nell’anno 2000 il Prefetto di Napoli, commissario gover-
nativo per la raccolta rifiuti, dichiara pubblicamente che le disca-
riche campane sono ormai in via di definitiva saturazione e che
la situazione emergenziale rischia di precipitare con gravi rischi
per la convivenza civile.
Nel frattempo, già nel 1998 il Parlamento, rispetto alla situazio-
ne esplosiva che via via andava configurandosi, costituisce
un’apposita commissione parlamentare che, sulla base degli atti
parlamentari, nel 2002 fa emergere con chiarezza, come la situa-
zione emergenziale era ancora perdurante, malgrado il commis-
sariamento e l’assegnazione di gara pubblica.
Negli anni 2001 e 2002 è evidente che la FIBE non è in grado di
rispettare il contratto – al di là delle responsabilità di ogni sin-
golo soggetto - e che la raccolta differenziata non è mai realmen-
te partita, se non in forma sporadica e per iniziativa di pochi sin-
daci illuminati. Inoltre, elemento assolutamente non trascurabi-
le, per una serie di pessime introduzioni della politica locale, nel
1993 vengono costituiti degli specifici Consorzi di Bacino per la
raccolta dei rifiuti, con consistenti assunzioni di personale che
manifestano scarsa propensione per il lavoro di raccolta, sia a
causa di una assoluta disorganizzazione del sistema, sia per una
serie di clientelismi fuori di ogni etica di servizio verso la pub-
blica amministrazione.
Alla luce di quanto innanzi riferito dal 2001 inizia una sorta di
tentativo di gestire l’immediata emergenza territoriale riapren-
do discariche ormai esaurite o non conformi, come la discarica di
Serre (SA) e quella di Castelvolturno (CE). Inoltre, si trasferisco-
no in altre regioni (Toscana, Umbria, Emilia Romagna) e all’este-
ro (Germania) migliaia di tonnellate di rifiuti. La conseguenza
strutturale sul sistema è il blocco campano di una organizzazio-
ne di seria gestione integrata dei rifiuti ed un aumento vertigi-
noso della TARSU a carico dei cittadini campani. Contestual-
mente, tra il 2001 ed il 2002, vengono aperti gli impianti di CDR
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