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La situazione rifiuti in Campania: dall’emergenza alla gestione ordinaria


                    Gli esiti dell’emergenza rifiuti, al di là della facile demagogia
                    sulla scarsa capacità dei campani a gestire il proprio territorio,
                    ha certamente comportato una serie di conseguenze di pesante
                    rilievo. Scrive la Corte dei Conti nella relazione del 2005: “È evi-
                    dente a tutti come continuare ad assegnare a un organo di
                    Governo poteri extra ordinem, in riferimento a gestioni pubbliche
                    di ambito regionale e sub regionale, rappresenti un ulteriore
                    incentivo alla deresponsabilizzazione, anche politica, degli enti e
                    organi che in base alla ripartizione di competenze, debbono
                    occuparsi della materia dei rifiuti. Inoltre, la gestione con poteri
                    straordinari e deroghe consentite rende “pigri” i meccanismi
                    procedurali che devono essere svolti a regime. Una riflessione
                    sulle politiche ambientali oltre il commissariamento richiede,
                    pertanto, uno sforzo per determinare i confini temporali dell’in-
                    tervento commissariale. Ragionare dell’oltre significa, in altri
                    termini, individuare il dies ad quem dell’azione del Commissaria-
                    to, essendo quest’ultimo intimamente connesso alla straordina-
                    rietà della situazione, e alla temporaneità dell’istituto. Diversa-
                    mente, si fa del Commissariato un’istituzione che tende a stabi-
                    lizzarsi e quindi a preoccuparsi più della propria auto sussisten-
                    za che delle finalità per le quali era stato istituito, con la conse-
                    guenza di atrofizzare gli organi supportati.”
                    Non si contano le indagini avviate e, in taluni casi, ancora in
                    corso, che hanno riguardo sia con le Procure della Repubblica
                    ordinarie, sia delle Direzioni Distrettuali Antimafia facendo
                    intendere chiaramente, in quest’ultimo caso, coma la malavita
                    organizzata sia largamente intervenuta nelle larghe maglie della
                    gestione del ciclo emergenziale dei rifiuti. Non dimentichiamo le
                    inchieste che hanno riguardo alla gestione dei terreni di stoccag-
                    gio delle ecoballe e dell’incremento iperbolico dei costi di affitto
                    a carico dell’erario. Oppure la gestione truffaldina e clientelare a
                    favore di soggetti palesemente collegati con il clan dei casalesi,
                    come emerso nell’indagine del Consorzio di raccolta CE4, in pro-
                    vincia di Caserta.
                    La Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti afferma:
                    “Dalle attività di indagine è emerso che dal 2001 al 2003, sui siti
                    di smaltimento di Giugliano in Campania (NA), intestati alla
                    Resit s.r.l. e successivamente acquisiti dal Consorzio NA3, sono


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