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La situazione rifiuti in Campania: dall’emergenza alla gestione ordinaria
N. 6 discariche
Problematiche tecniche che hanno provocato la crisi campana
Lo stesso Piano riporta le problematiche tecniche che hanno por-
tato la crisi in Campania e che sono di seguito riportate:
a) La capacità di trattamento nominale dell’unico impianto di
termovalorizzazione (1.600 t/g) è lontano dalla quantità dei
rifiuti da trattare che, nonostante la raccolta differenziata si
assesti mediamente intorno al 30%, rimangono ancora in
ragione di 5.300 t/g, quindi con un differenziale negativo al
giorno pari a 2.700 t/g, ammesso che il termovalorizzatore
non abbia limitazioni di impiego dovute a manutenzione
ordinaria e straordinaria. Ovviamente tale fatto incide signifi-
cativamente anche sulla produzione degli STIR, per i quali l’e-
sito deve essere per la maggior parte accantonato, prima di
essere assegnato alla termovalorizzazione;
b) Nell’ipotesi di un funzionamento a regime di tutti gli STIR la
questione non è ancora risolta, in quanto da tali impianti
viene prodotto un materiale secco declassato (CER 19.12.10)
ed un materiale umido declassato (CER 19.05.03). Per tali
materiali non esiste un vero e proprio recupero, infatti solo da
poco tempo, grazie alla L. 1 del 24.01.2011 è possibile l’impie-
go della frazione umida per le bonifiche dei siti ed il riempi-
mento delle cave, previa analisi ed autorizzazione regionale,
mentre per la frazione secca l’invio alla termovalorizzazione è
limitata dalla limitazione potenziale dell’unico impianto pre-
sente in Regione Campania. La conseguenza di tale situazio-
ne è l’invio di enormi quantità di materiale trattato diretta-
mente a discarica con l’ovvia rapida saturazione delle discari-
che esistenti e la continua ricerca di nuovi siti che, a loro volta,
quasi in una sorta di avvitamento senza fine, determinano
l’insorgere della popolazione (effetto NIMBY- Not In My Back
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