Page 62 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
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Aree urbane e cambiamenti climatici: sostenibilità o insostenibilità?


                                                     mezz’ora, determinò un
                                                     evento particolarmente
                                                     violento (tempo stimato
                                                     di ritorno di 200 anni)
                                                     riproponendo però uno
                                                     schema abbastanza con-
                                                     sueto per Baltimora
                                                     determinato        proprio
                                                     dalla particolare dispo-
                                                     sizione degli edifici che
                                                     riesce ad “intercettare”
                                                     le perturbazioni prove-
                                                     nienti da sud. (Fonte
                                                     Alexander        Ntelekos,
                                                      Princeton     University
            Fig. 4 - Traiettorie di spostamento e sviluppo di un even-
            to temporalesco sulla città di Baltimora (USA) nel mese  School of Engineering).
            di Luglio 2004 (fonte: Urban Climate NewsQuarterly -  L’interazione tra la tem-
            www.urban-climate.org).
                                                      pesta e la città, come
            nell’esempio riportato, comporta quasi sempre gravi conse-
            guenze per gli abitanti delle città e non pochi problemi ai loro
            amministratori. In merito a ciò le osservazioni scientifiche con-
            fermano che negli eventi temporaleschi si assiste ad una mag-
            giore piovosità nella parte sottovento della città piuttosto che
            nel lato sopravento, anche se le situazioni al contorno (presen-
            za di rilievi, mare, altre città) possono modificare localmente
            gli esiti di un evento temporalesco. Oltre all’isola di calore e
            alla struttura del tessuto urbano (altezza e disposizione degli
            edifici), un terzo fattore può incidere sui fenomeni meteorolo-
            gici in ambiente urbano: la presenza di aerosol (pulviscolo,
                         4
            particolato) , ovvero particelle minuscole sospese in atmosfe-

            4  Con la sigla PM10 si identificano polveri, fumo, microgocce di sostanze liquide in sospensio-
               ne nell’atmosfera sotto forma di particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore
               a 10 µm (10 millesimi di millimetro). Le polveri sottili hanno due ulteriori suddivisioni: fini
               (tra 0,1 e 2,5 micron) e ultrafini (inferiori a 0,1 micron). Tutte queste particelle possono essere
               immesse in atmosfera tal quali (particelle primarie) o a seguito di reazione in atmosfera di
               composti chimici, quali ossidi di azoto e zolfo, ammoniaca e composti organici (particelle
               secondarie). Le fonti del particolato possono essere sia antropiche che naturali. Fra le prime si
               ritrovano quelle connesse a processi di combustione quali: motori, utilizzo di combustibili
               (oli, carbone, legno, rifiuti, rifiuti agricoli), emissioni industriali (cementifici, fonderie, minie-
               re), mentre le fonti naturali sono date dall’aerosol marino, da particelle di suolo eroso e tra-
               sportato dal vento, da aerosol biogenici (spore, pollini, microbi), da ceneri di incendi boschi-
               vi e di emissioni vulcaniche.
                                                             SILVÆ - Anno VI n. 14 - 65
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