Page 61 - 103-118 LAGOMARSINO, COSTANTINI, PAGLIAI II bozza:orientamento I bozza
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Aree urbane e cambiamenti climatici: sostenibilità o insostenibilità?
Nella città di Fez (Marocco), ad esempio, in un quartiere caratte-
rizzato da un rapporto H/W pari a 4 ed un orientamento della
strada est-ovest, la soglia di benessere (PET= 33 °C) è superata
abbondantemente a livello stradale per buona parte della gior-
nata, salvo quelle poche ore in cui il cono d’ombra degli edifici
riesce a riportare i valori di PET nei limiti del comfort termico.
Sotto i porticati, in particolare quelli del lato nord della strada, il
comfort termico rimane invece sempre su livelli di buona vivibi-
lità (Ahmed, 2003). L’esempio evidenzia come alcuni elementi
caratteristici della città, in questo caso i porticati, possano svol-
gere anche un ruolo funzionale nel mitigare condizioni ambien-
tali altrimenti estreme. Naturalmente, considerata la complessità
dell’intero sistema urbano, è necessario quanto opportuno con-
siderare l’insieme di tutte le componenti architettoniche e di
arredo urbano (rapporto H/W, orientamento delle strade, albe-
rature, etc.) da cui dipende il microclima locale.
Sempre più spesso, quindi, gli studi sull’isola urbana di urba-
na di calore si avvalgono di dati ad alta risoluzione temporale
(orari e infraorari) che consentono di monitorare eventi meteo-
rologici a scala sub-giornaliera evidenziati da discontinuità
termiche dovute a fenomeni di avvezione, al rapido passaggio
di fronti, a temporali, etc. (Szymanowski, 2005). In tal senso,
anche la geometria degli edifici e la maggiore concentrazione
di aerosol rappresentano le cause che maggiormente concorro-
no a determinare fenomeni meteorologici peculiari e a marca-
re le maggiori differenze rispetto alle aree rurali. Un esempio
è dato dagli eventi temporaleschi che diventano molto più vio-
lenti quando nella loro traiettoria di spostamento incontrano
una città.
Nella Figura 4 sono mostrate le traiettorie percorse (linee bian-
che) da alcune celle temporalesche (celle 1, 2 e 3) durante una
forte tempesta che investì la città di Baltimora (U.S.A) nel
Luglio del 2004. Una prima cella temporalesca, in avvicina-
mento a Baltimora da sud (a partire dalle 18:01), nel raggiun-
gere l’ambiente urbano si suddivise in due parti (cella 1 e cella
2) mentre un altro nucleo (cella 3), in avvicinamento da ovest
rimase unica e non interessò l’abitato. La cella 2, rimasta
intrappolata nella zona sud-occidentale della città per quasi
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