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Aree urbane e cambiamenti climatici: sostenibilità o insostenibilità?


            sione termica, ma anche in relazione alle loro proprietà di riflet-
            tere la radiazione solare (albedo): nel canyon urbano, così come
            in quello naturale, si può infatti innescare il cosiddetto fenome-
            no di “intrappolamento” dell’energia solare (solar trapping)
            quando, a causa del reiterato riverbero da una parete all’altra
            del canyon, aumenta la frazione di energia assorbita dalle
            superfici. In generale, circa il 60% della radiazione netta viene
            rilasciato nell’aria sotto forma di calore sensibile e il 30% è
            immagazzinato nei muri e strade e appena il 10% viene utiliz-
            zato per i fenomeni di evaporazione dagli eventuali spazi verdi
            o specchi d’acqua presenti in città (Spronken-Smit et al., 2006).
            Queste percentuali variano ovviamente da città a città e da zona
            a zona nella stessa città. Le condizioni degli strati più bassi del-
            l’atmosfera risultano pertanto drasticamente modificate rispet-
            to a quelle di altri ambienti più o meno naturali.
            La presenza umana e le attività correlate, come già accennato,
            producono inoltre ulteriore emissioni di calore, di vapore
            acqueo e di sostanze inquinanti con conseguente aggravamen-
            to degli effetti sulla qualità dell’aria al di sopra delle città. Su
            scale leggermente più ampie, l’urbanizzazione può anche por-
            tare a cambiamenti delle precipitazioni sopra e sottovento le
            aree urbane. In effetti, l’urbanizzazione altera quasi ogni ele-
            mento climatico e meteorologico dell’atmosfera al di sopra
            della città e, talvolta, anche sottovento rispetto alla città. Per lo
            studio del clima urbano, così come per altri contesti ambienta-
            li, occorrono pertanto serie indagini sufficientemente lunghe e
            complete di dati provenienti da fonti affidabili e qualificate.
            Tutti gli studi confermano che l’isola di calore urbana è più
            intensa nelle ore notturne, diminuisce all’aumentare della velo-
            cità del vento e della copertura nuvolosa, risulta meno eviden-
            te in estate ed i campi di temperatura sono strettamente colle-
            gati alla superficie e conformazione degli edifici, al tipo di
            copertura/uso del suolo, alla presenza di vegetazione (spazi
            verdi urbani) e all’irraggiamento di calore dovute all’attività
            antropiche (Giridharan et al., 2004; Jonsson, 2004; Unger 2004).
            Ovviamente, al fine di individuare e studiare le caratteristiche
            del clima urbano è necessario operare un confronto con un sito
            di riferimento (sito “rurale” o “naturale”), in quanto è proprio


                                                             SILVÆ - Anno VI n. 14 - 59
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