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Aree urbane e cambiamenti climatici: sostenibilità o insostenibilità?
ra e presenti in concentrazioni particolarmente elevate nelle
aree urbane a causa principalmente delle emissioni industriali
e automobilistiche. Tali elementi, oltre ai danni diretti sulla
salute umana, hanno effetti sulla propagazione ed assorbi-
mento della radiazione solare incidendo sia sulla “trasparen-
za” dell’aria, sia sui processi fisici di condensazione dell’umi-
dità atmosferica in quanto potenziali nuclei di condensazione
(favorirebbero così la formazione di smog e nebbie). Le opi-
nioni degli esperti sono divergenti sugli effetti degli aerosol,
qualcuno pensa che essi tendano a ridurre le precipitazioni,
altri sono convinti del contrario. Dopo una momentanea bat-
tuta di arresto subìta dagli studi sulle precipitazioni in
ambiente urbano (Lowry, 1998), l’utilizzo di nuove tecnologie
ha dato però un nuovo impulso alla ricerca riguardo gli effetti
della città sulla formazione delle nuvole, sulle precipitazioni e
sulle tempeste. Tali tecnologie, come ad esempio il telerileva-
mento da satellite 5 (Schumacher and Houze, 2000), del
6
LIDAR (Zhou et al., 2004) e del radar Doppler (Russo et al.,
2005), consentono di studiare in maniera dettagliata la preci-
pitazione piovosa sia nei suoi aspetti quantitativi, sia per
quanto riguarda la formidabile variabilità spaziale che la
caratterizza. Tali strumenti e tecnologie, quindi, benché neces-
sitino di attenta calibrazione a terra, si prestano molto bene
allo studio di aree relativamente limitate come, per l’appunto,
possono essere considerate le città. Da tali studi (Souch and
Grimmond, 2006) è stato possibile confermare le intuizioni
precedenti e cioè che l’urbanizzazione ha effetti positivi sulle
precipitazioni attraverso l’incremento dei nuclei igroscopici di
condensazione dell’umidità atmosferica, per via della turbo-
lenza dell’aria dovuta alla maggiore “rugosità” delle superfici,
5 Si fa particolare riferimento al Tropical Rainfall Measuring Mission (TRMM), ovvero una mis-
sione spaziale congiunta tra la NASA e la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), pro-
gettata per monitorare e studiare nello specifico le piogge tropicali. Il termine si riferisce indi-
stintamente sia alla stessa missione, sia al satellite utilizzato per raccogliere i dati. TRMM fa
parte di un progetto di lungo termine per studiare la Terra come un sistema globale. Il satel-
lite è stato lanciato il 27 Novembre 1997 dal Tanegashima Space Center di Tanegashima, in
Giappone e dispone dei seguenti sensori: Precipitation Radar (PR); Microwave Imager (TMI);
Visible and Infrared Scanner (VIRS); Clouds and the Earth’s Radiant Energy System (CERES);
Lightning Imaging Sensor (LIS).
6 Light Detection and Ranging; o Laser Imaging Detection and Ranging è una tecnica di telerileva-
mento che permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie mediante un
impulso laser. Consente anche di stimare la concentrazione di particolari elementi in atmo-
sfera.
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