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Le attività del Corpo forestale dello Stato per la difesa del territorio


                  alle Regioni. Nell’arco di  25 anni sono state realizzate  opere
                  intensive, ovvero briglie e difese spondali, ed opere estensive,
                  quali rimboschimenti, ricostruzioni boschive (specie in aree dan-
                  neggiate e degradate) e le manutenzioni boschive (e tra queste le
                  conversioni da cedui a fustaie).
                  Orbene, dai dati raccolti nell’indagine sulle opere di sistemazio-
                  ne forestale, promossa dal C.F.S., emerge la seguente situazione:
                  • rimboschimenti per oltre 265.000 ettari;
                  • sistemazione di 1.290 frane che interessavano circa 7.564 ettari;
                  • 49.168 briglie;
                  • lavori svolti in oltre 400 bacini montani.
                  Ci si è spesso chiesti, anche in occasione di situazioni drammati-
                  che, se questo sforzo sia stato sufficiente per mettere in sicurez-
                  za il Paese. Inondazioni e dissesti sono ricorrenti e spesso con-
                  centrati nelle stesse aree. Ne possiamo elencare diversi, ripercor-
                  rendo la storia recente delle catastrofi che hanno colpito l’intera
                  penisola: alluvione nel salernitano (1955); alluvione nel Polesine
                  (1957); alluvione nelle Marche (1959); alluvione del fiume Arno
                  (1966); alluvione in Valtellina (1987); alluvione in Piemonte
                  (1994); alluvione in Garfagnana (1996); frana di Sarno (1998);
                  alluvione in Nord Italia (2000); 2009 frane in Sicilia (2009); ed, è
                  cronaca recente, l’alluvione in Veneto ed in Liguria (2010).
                  All’indomani dell’alluvione di Firenze, nel 1966, l’allora Diret-
                  tore generale del Corpo forestale dichiarò che per poter garanti-
                  re la messa in sicurezza di gran parte del territorio fosse neces-
                  sario poter disporre di almeno 50 miliardi di lire all’anno, contro
                  i 10 erogati con discontinuità negli esercizi precedenti. Le sue
                  parole risuonano ancora oggi attuali: “se i nostri bacini fossero stati
                  in gran parte coperti da bosco, se i torrenti fossero stati tutti sistemati,
                  questi danni sarebbero stati molto, ma molto inferiori a quelli che abbia-
                  mo effettivamente visto”. In quegli stessi giorni, in un articolo pub-
                  blicato su “Il Corriere della Sera”, Indro Montanelli esponeva
                  alcune lucide, e, purtroppo, inascoltate osservazioni: “Sulle cause
                  dei disastri ormai siamo tutti d’accordo. Grazie all’industrializzazione,
                  montagna ed alta collina si sono spopolate. Noi, invece di approfittarne
                  per riaccorpare queste deserte alture e ricostruirvi un bel patrimonio
                  naturale, lo abbiamo lasciato saccheggiare (…) Lo Stato non troverà
                  mai nel suo sovraffollato bilancio i mezzi per un rimboschimento razio-



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