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Le attività del Corpo forestale dello Stato per la difesa del territorio


                  coltura, stenta ad affermarsi un metodo econometrico che ne quan-
                  tifichi, in maniera inequivocabile, il valore ambientale. Non esiste, a
                  esempio, un solo economista in grado di esprimere in euro il valo-
                  re della biodiversità contenuta nei boschi italiani. Il bosco è consi-
                  derato ancora un’esternalità. Misurabile in ossigeno prodotto o ani-
                  dride carbonica trattenuta, oppure in costo di ore volo della flotta
                  aerea utilizzata nella lotta attiva allo spegnimento degli incendi, o
                  nel costo di ripristino dei luoghi dopo le catastrofi naturali. Per
                  lungo tempo tutte queste cose non sono mai state considerate insie-
                  me. Per superare le limitazioni di una valutazione parziale (e forni-
                  re anche utili strumenti al legislatore ed agli amministratori della
                  cosa pubblica) il Corpo forestale dello Stato ha promosso nel 2007,
                  insieme al mondo accademico, un primo importante studio della
                  valutazione dei danni da incendi boschivi in cui vengono proposte
                  delle chiare metodologie per la stima del danno ambientale.
                  Ben vengano allora i rimboschimenti in funzione naturalistica-
                  ricreativa e turistica. Grazie ad un sufficiente grado di copertura
                  forestale e ai concetti di tutela della biodiversità e gestione fore-
                  stale sostenibile, la realizzazione di nuovi rimboschimenti è sem-
                  pre più rivolta o ad azioni localizzate di ripristino ambientale
                  (sistemazione di cave, discariche, interventi di ingegneria natu-
                  ralistica, aree percorse da incendio, ecc.) o all’impianto di coltu-
                  re legnose specializzate (biomassa ad uso energetico, legname di
                  qualità, ecc). Ma questo non può essere sufficiente.
                  Più volte è stata invocata la necessità di garantire la manutenzio-
                  ne ordinaria del territorio. Sulla base dei brevi spunti che sono
                  stati qui ricordati, il Corpo forestale dello Stato, quando è stato
                  chiamato a svolgere questo compito, ha saputo fare la propria
                  parte. Non ha lesinato capacità, intelligenze e mezzi per tutelare
                  e difendere il nostro Paese da avversità e dissesto. Ha saputo
                  mantenere una visione organica e giusta nell’interesse della col-
                  lettività, ma soprattutto ha cercato di garantire un’azione costan-
                  te e di lungo periodo, poiché chi conosce i cicli naturali ha ben
                  presente che i loro effetti si dispiegano su un arco temporale
                  molto lungo, superiore alla vita umana. Credo che sia venuto il
                  tempo per ribadire a livello politico ed istituzionale, in occasione
                  dell’anno internazionale delle foreste, che debba di nuovo essere
                  valorizzata e sostenuta con ogni mezzo questa visione.



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